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Swimming Upstream - Una bracciata per la vittoria

Regia di Russell Mulcahy vedi scheda film

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La recensione su Swimming Upstream - Una bracciata per la vittoria

di giurista81
6 stelle

Pellicola atipica per l'australiano Russel Mulcahy, conosciuto per opere di genere spesso truculente (il monster movie Razorback, il thrller derivativo Resurection) e divenuto famoso con la serie fantastica Highlander. Reduce dall'horror Talos - L'Ombra del Faraone e prima di dedicarsi allo zombie movie Resident Evil: Extinction, l'australiano porta in scena la vera storia del nuotatore Tony Fingleton. Regista virtuoso, amante delle inquadrature originali, Mulcahy si mette al servizio di una storia che non è proprio nelle sue corde ma che riesce a condurre piuttosto bene all'epilogo. Alcune soluzioni di regia sono abbastanza discutibili, alla ricerca di esercizi di stile che mal si addicono a un'opera drammatica (inquadrature dalla soggettiva dell'alcool caduto a terra), a dimostrazione di una scelta forse non troppo indovinata per la regia. Il copione, dello stesso Fingleton, è molto crudo e mette in chiara evidenzia la disperazione di un'adolescenza passata alla corte di un padre padrone dedito all'alcool e non riconoscente verso i successi del figlio. Emerge l'odio riconducibile a un'infanzia infelice di cui il padre non riesce a manlevarsi, condotto da un narcisismo di fondo che lo porta a scommettere su un figlio piuttosto che sull'altro. Il film procede lanciando un messaggio chiaro e utile. Dimostra quanto l'amore per lo sport e per lo studio possano costituire occasione di riscatto e possano permettere di esaudire quel sogno capace di liberare chi soffre per dischiudere le porte della felicità. Il protagonista lotta con i denti, non cede al cospetto dei rimproveri paterni e alla mancata considerazione. Non si abbatte, fa tesoro delle difficoltà e trova in esse la molla per conquistare quei traguardi che forse non avrebbe mai potuto centrare. "Non ho battuto te, ho battuto lui!" dice il protagonista al fratello, pupillo del padre, dopo averlo battuto in una gara di nuoto.

Film cupo, a suo modo triste, che ben mette in evidenza il rapporto di competizione tra padre e figlio e come questo possa rovinare un'intera famiglia. Estremamente qualitative le interpretazioni, col premio oscar Geoffrey Rush nei panni del padre e Jesse Spencer in quelli del protagonista. Discreto.

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