Regia di Lucio Fulci vedi scheda film
Opera storica di Lucio Fulci con qualche difetto, ricca di scene forti e ottimamente recitata. Da rivalutare.
Trasposizione cinematografica della vicenda storica (alle soglie dell'anno 1600) realmente accaduta alla ricca famiglia Cenci che venne trucidata a causa della ferocia, avidità e depravazione del padre, la conseguente vendetta dei figli e la condanna, dopo il relativo processo, secondo i dettami della legge imperante per mano dello Stato pontificio.
La storia ha come epilogo la morte per decapitazione della bella figlia del Cenci, Beatrice, della sua matrigna nonchè la ben più cruenta esecuzione del fratello, prima torturato e poi squartato.
Tale vicenda intrisa di crudeltà e lascivia non poteva che ispirare il regista Lucio Fulci che, insolitamente per le sue consuetudini, dispone di un budget e un cast all'altezza e realizza una onesta pellicola in cui concentra l'attenzione sugli aspetti più pruriginosi: il rapporto violento ed incestuoso tra il padre e la figlia Cenci, le sevizie subite durante le torture dai malcapitati, il supplizio finale.
Formalmente costruita con un montaggio alternato che all'inizio mi ha lasciato spiazzato, causa i ripetuti salti temporali, risulta godibile e traccia le basi del Cinema di Fulci: morboso, orrorifico, misogino.
Carente nell'esplicitazione storiografica esaustiva dell'intero accaduto: si concede diverse 'licenze poetiche' tralasciando molteplici aspetti, anche basilari all'epoca dei feudi papalini e della Santa Inquisizione; ricco, però, di scene esplicite di torture, banchetti orgiastici, nudità gratuite.
Anche grazie alla bravura degli attori, primo tra tutti Thomas Milian ed ai fenomenali caratteristi: Ignazio Spalla (il catalano) e Giancarlo Badessi (il bargello) , l'opera merita di essere salvata dall'oblio: da rivalutare come la gran parte del lavoro del maestro Fulci.
Risulta comunque un interessante spaccato su di un'epoca oscura e violenta.
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