Regia di Silvio Muccino vedi scheda film
«10, 100, 1000 Moccia», nel senso di Federico, vien da dire davanti ai dolori del giovane Muccino, compreso com’è nel sottolineare che la parola amore esiste. Meglio i teen-movie, che sono più divertenti e soprattutto non hanno ambizioni altre che passare all’incasso. Muccino Silvio, fratello di, esordisce volando altissimo, molto più dei tre metri sopra il cielo oltre i quali si perde il senso della misura. Come regista ribadisce anche il già detto, aiutato da una produzione di serie A, cita tutto, fa sapere di aver visto i maestri. C’è L’Atalante, le note di Chet Baker e dell’Ultimo tango. Aleggia Godard. Ci sono le bretelle del Portiere di notte della Cavani, rese alla grandissima dalle grazie a nudo della Crescentini. C’è la festa mascherata di Kubrick, rivisitata con i Chemical Brothers. Il manuale d’amore manca di leggerezza. Racconta di Sasha (Sasha?), mago del parquet («Riporto in vita il legno»), operaio tormentato palestrato. Biscazziere, anche, bel tenebroso e belli capelli. Beve la Beck’s per spegnere l’arsura d’affetto e passione che gli ribolle dentro. Poi s’incontra e si scontra con Nicole, donna matura che insegna il francese e il senso dei sensi. Come attore, Silvio è sempre in primo piano, col sorriso o senza. Quasi sempre con.
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