Regia di Eran Kolirin vedi scheda film
Eleganti, fieri, la divisa impeccabile: i membri della banda della polizia di Alessandria d’Egitto – specializzati in musica tradizionale araba - stanno fermi sul marciapiede. Invitati in Israele per suonare in un Centro di Cultura Araba, i musicisti hanno sbagliato autobus e sono finiti tra i casermoni di una sperduta cittadina immersa nella polvere del deserto. Un gruppo di egiziani musulmani gentili, formali, timidi. Un posto qualunque, in Israele, dove gli abitanti sono ospitali con gli stranieri appena arrivati. Tra i due gruppi non ci sono (o quasi) tensioni, sospetti o rivendicazioni: arabi e israeliani siedono alla stessa tavola, suonano la stessa musica e si raccontano la propria vita. Premiato al Certain Regard di Cannes 2007, il primo lungometraggio dell’israeliano Eran Kolirin è un sogno. La Banda, infatti, mette in scena la fantasticheria infantile di ottenere la pace così, semplicemente, mettendo un viso di fronte all’altro, confidando nel piacere della conversazione. Ma quello di Kolirin è un sogno sognato con grazia, con umorismo lieve, con umana comprensione per i suoi personaggi. Il film che avrebbe girato Kaurismäki se fosse nato in Medio Oriente e soprattutto, se avesse avuto un briciolo di speranza.
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