Regia di Eran Kolirin vedi scheda film
D’essai che più d’essai non si può, con le frasi in arabo e ebraico lasciate in originale con sottotitoli e doppiate solo le frasi in inglese.
La banda della polizia di Alessandria d’Egitto deve tenere un concerto in Israele, ma troverà qualche problema a finire nel posto giusto.
Insomma, le premesse all’orchite c’erano tutte, eppure, colpetto di scena, il film è proprio bello. Comico e quasi surreale in vari momenti, molto ben diretto e con attori (sconosciuti) in stato di grazia, è un breve filmetto che è si impegnato, ma oltre ad “insegnare”, diverte. E ricorda che in definitiva, le vere differenze “insormontabili” sono dovute alla fine a politici e ai coglioni, spesso nella stessa persona. Quelli normali, possono vivere tranquillamente assieme.
Ha fatto strage di premi ovunque, in festival minori; a Cannes era in una rassegna minore, e anche lì ha accolto vittorie e consensi. Non partecipò (per probabilmente vincere) all’Oscar come film straniero perché pare che più del 50% del parlato sia in inglese. Naturalmente incassi piccolini, anche se su IMDB ha un bel 7,6 e l’hanno visto molti più di quanti pensavo. Molto consigliato.
Complimenti, alla faccia dell'opera prima!
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