Regia di Paolo Virzì vedi scheda film
Marta si è appena laureata in filosofia con una tesi su Heidegger, ha preso 110 cum laude e bacio accademico da parte di una commissione esaminatrice di ultraottantenni. Mentre il fidanzato parte a lavorare negli Stati Uniti, per lei inizia la trafila di domande e di colloqui di lavoro dove la frase ricorrente è “le faremo sapere…”. Quando decide di fare la babysitter entra in contatto con il piccolo universo caotico e sregolato di Sonia che, a sua volta, la introduce alla Multiple, un call-center addetto alla vendita di un robotino multiuso. All’interno della piccola azienda vige una spietata concorrenza tra telefoniste intente a convincere casalinghe nel prendere appuntamento per la dimostrazione del prodotto, poi la palla passa ai venditori (maschi). Tra le donne la numero uno è Maria Chiara e tra gli uomini Lucio 2, Marta si scopre molto abile nel “turlupinare” clienti e ben presto diventerà la top del mese. Con aria perplessa e distaccata assiste ai riti quotidiani della ditta fatti di canzoncine e coreografie introduttive, al chiacchiericcio querulo delle colleghe che incensano la coordinatrice vamp e carogna Daniela e il general manager Claudio. Marta diventa amica del sindacalista Giorgio Conforti, impossibilitato dai gorilla aziendali a mettere piede nella Multiple, lui che è della Cgil vorrebbe illuminare le ragazze sul loro stato di precarietà, sullo sfruttamento e la mancanza dei più elementari diritti. Grazie al suo personale successo Marta sfiora le vite mediocri e infelici di Daniela e Claudio, si innamora di Conforti rimanendone delusa, strapazza il vanesio Lucio 2, intanto scrive un romanzo in cui coniuga la filosofia di Heidegger con il Grande Fratello che è costretta a vedere con la piccola Lara. Intanto la Multiple implode per una serie di equivoci e per le pressioni sindacali (ma non solo), c’è chi finisce sul marciapiede come Sonia, chi va fuori di testa come Maria Chiara e Lucio 2 e chi ci lascia pure le penne. Per fortuna Marta ha un cuore e una dignità che le permettono di superare lutti e tragicomici eventi, la vita è una danza e nel finale carico di speranze si riappropria di se stessa. Questa è in “sintesi” la corposa trama di TUTTA LA VITA DAVANTI, scritta con grinta e sicurezza da Francesco Bruni e Paolo Virzì e diretta da quest’ultimo con il consueto colore ed estro. La materia trattata (il precariato) è di scottante attualità e il regista la gestisce con sapienza e umorismo, la storia densa e vibrante ha una struttura circolare e non perde mai un colpo compresi i dialoghi. Il film illustra la spietatezza e l’assurda mancanza di regole del lavoro interinale, l’irrefrenabile corsa al successo che esalta chi vince e frustra chi perde, un’Italia ipertecnologicizzata e drogata di TV a metà tra un varietà trash e una televendita. Virzì lancia strali impliciti alla destra berlusconiana e stilettate alla sinistra riformista e salottiera, cita il mito della caverna di Platone per descrivere la nostra società, il finale potrebbe apparire consolatorio ma in realtà è un’indicazione di buon senso e di riscoperta di sentimenti perduti. Ottimo il cast e la descrizione dei caratteri: la protagonista Marta è una sorprendente e disincantata Isabella Ragonese, Valerio Mastandrea è sempre di più il nuovo Nino Manfedi, Micaela Ramazzotti è la discinta e vacua Sonia, Elio Germano uno strepitoso Lucio 2, Valentina Carnelutti l’antipatica Maria Chiara e poi decine di cammei tra cui il ritrovato Edoardo “OVOSODO”Gabbriellini e i feticci Lele Vannoli e Paola T. Cruciani. Importante il rilancio cinematografico degli inflazionati dalla fiction Sabrina Ferilli e Massimo Ghini, nei rispettivi panni della psicotica Daniela e dell’emerito cialtrone Claudio.
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