Regia di Paolo Virzì vedi scheda film
Mi ero accostato con un po' di titubanza nei confronti dell'ultimo lavoro di Virzì, uscito al cinema circa un anno fa e per la prima volta ieri sera nella tv a pagamento; di lui, avevo visto 'La bella vita' e 'Caterina va in città', un suo lavoro più recente, ma entrambi non mi avevano del tutto convinto: mi erano parsi qualunquisti nella descrizione del contesto in cui agivano i personaggi, anche se gli attori, specialmente Castellitto nel secondo, erano molto bravi. Invece, 'Tutta la vita davanti' lo considero - dopo 'Gomorra' e 'Il divo' - il miglior film italiano uscito nel 2008. Il regista, usando toni e tempi da commedia perfetti, inserendo due pezzi di autentica poesia - la sequenza iniziale e quella della morte della madre della protagonista - riesce a parlare di uno spaccato dell'odierna realtà italiana (il precariato e le sue nefaste conseguenze) senza cadute di gusto ed evitando toni predicatori. Nel cast, davvero ottimo, brillano la quasi sconosciuta Isabella Ragonese nel ruolo della giovane ma determinata protagonista, il grande Elio Germano, nel ruolo del venditore sull'orlo di una crisi di nervi, Valerio Mastandrea come incasinato sindacalista e Massimo Ghini, nella parte del responsabile dell'azienda con famiglia a pezzi e relazione 'clandestina' con la collega Sabrina Ferilli. L'unica cosa che non mi piace molto è l'uso un tantino insistito all'inizio della voce fuori campo (Laura Morante). Bella la locandina, ispirata chiaramente a 'Il quarto stato' di Pelizza da Volpedo. Voto: 8.
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