Regia di Paolo Virzì vedi scheda film
Lavoratori precari a questo punto possiamo considerarci quasi tutti, pare .Paolo Virzì , da autore acuto e erede dei grandi della commedia all'italiana come Monicelli e Risi prende un tema urgente che rappresenti bene problematiche palesi, e racconti un momento particolare da studiare tra qualche anno. E, visto che il regista livornese ha scelto un registro che progressivamente porta ad accelerazioni sfumanti nel grottesco, salta all'occhio che ci siano esasperazioni agli estremi, ma il sentore che oggi nelle grandi aziende , tra "motivatori" e rampantismi d'accatto, non siamo troppo lontani dall'agghiacciante quadro dipinto dall'autore di "Baci e abbracci" c'è. Il cast è funzionale e condotto benissimo, la protagonista Isabella Ragonese sa di vero, come la bellissima e sconclusionata ragazza madre Micaela Ramazzotti, con la collaborazione felice degli scafati Germano,Ferilli, Ghini e Mastandrea ( il personaggio più ironico della vicenda). Però "Tutta la vita davanti" non è collocabile tra le commedie, spesso il tono si fa inquietante, e tra una comunità di invasati, due personalità falsamente rassicuranti che in realtà annullano gli adepti, una giovane che mantiene una privata purezza nonostante l'atmosfera ammorbante, e il finale che vede la struttura perdere il vertice e crollare su se stessa, sicuro Virzì di non aver pensato a "Suspiria" scrivendo e dirigendo questo film bello e spinoso?
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