Regia di Sergio Rubini vedi scheda film
Colpo d'occhio non racconta solo l'ambizione di un artista.Racconta soprattutto l'ambizione del suo autore.A cui bisogna rendere merito di voler uscire dalle paludi del cinema italiano imprigionato da una parte da esigenze di becera cassetta e dall'altra dal non riuscire a svestirsi di quella patina di spocchiosa autorialità che non ne permette la diffusione al grosso pubblico,quello che paga insomma.Questo film è un prodotto di genere ,magari non pienamente riuscito,penalizzato da un intreccio forse troppo arzigogolato, ma che si incanala nell'alveo di certo cinema europeo di buona qualità ma destinato anche al pubblico che affolla le sale cinematografiche e non solo i salotti critici.Però come ho detto non si può dire un film riuscito:la storia dell'ambizione dell'artista,del maligno abisso senza fondo che si nasconde nell'anima del critico d'arte che crea o disfa a piacimento le vite di tutti quelli che passano sotto le sue potenti grinfie purtroppo viene svilita da molti passaggi inutilmente melodrammatici,da molte scene urlate,da molti litigi pretestuosi che fanno solo abbassare il volume per non infastidire altri.Un sussurro è sempre meglio di un grido e se Scamarcio che normalmente recita sussurrando si mette a urlare il risultato è piuttosto grottesco.Eppure il suo sguardo acquoso meriterebbe di meglio.Rubini invece si è ormai specializzato in parti di squisita sgradevolezza,lui normalmente sa urlare e quando sovraccarica il suo metodo recitativo non risulta così artificioso come l'altro.E sarà l'egoismo o l'occhio del regista,lui nel lotto è sicuramente il migliore.Da sottolineare anche la prova della fragile e algida Puccini,vera musa ispiratrice che con la sua pelle diafana e il suo viso fanciullesco gentilmente tempestato di deliziose efelidi ci offre una prova di tutto rispetto però anche lei certe volte non riesce a sottrarsi da una recitazione troppo sovraccarica e urlata.Il Rubini regista stupisce per scelta degli ambienti,per la bellezza delle locaations scelte che sono sicuramente non consuete per il cinema italiano d'oggi abituato all'asfissia delle quattro pareti,ha una fotografia sontuosa che valorizza le inquadrature.Ha anche alcune pagine che colpiscono(la sequenza della piazza,o quella al Pantheon).Ma ha anche il difetto di urlare troppo e andare sovente sopra le righe o perdere qualche personaggio per strada con tutte le sue potenzialità(l'amico dell'artista o il personaggio della decorativa Barale,che sembra una femme fatale ma che poi risulta solo un ornamentale suppellettile.Ed è veramente un peccato che un opera che poteva essere importante come questa divenga invece solo un normale compitino,magari buon prodotto d'esportazione con echi che vanno da Hitchcock a Chabrol anche ad Argento ma che poteva essere qualcosa d'altro,di molto meglio....Peccato,un vero peccato...
particina
ornamentale
forse il migliore del lotto
decisamente un bel vedere,recita anche discretamente
cerca di strapparsi di dosso le vesti del divo ma vi riesce solo parzialmente
la regia vale più del film
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