Regia di Roland Emmerich vedi scheda film
La solita figura da elefante nella cristalleria Swaroski.Pardon di mammuth.Emmerich col suo piglio tutto teutonico racconta una storia di integrazione e lotta per la sopravvivenza in un mondo dominato dal più forte e da simil mammuth ricreati con la computer grafica.Un film come questo fa soprattutto leva sul proprio aspetto visivo e qui gli effetti ci sono e sono anche decisamente accattivanti in alcune sequenze.Peccato che registi e sceneggiatori si siano dimenticati di scrivere e realizzare intorno a questi effetti una storia convincente e/o appassionante.L'aspetto formale è stato raramente così disgiunto da quello dei contenuti.Perchè a una certa raffinatezza del primo corrisponde una scrittura debole e retorica a testimoniare l'arretratezza in quanto a linguaggio cinematografico di Emmerich e dei suoi sodali.I dialoghi sono ai limiti dell'imbarazzante,tutto il film procede stancamente per citazioni da Kubrick ad Annaud passando per il cinema apocalyptico di Mel Gibson .Non ci si appassiona se non forse per quella specie di rodeo col mammuth.Si aspettano le belve presitoriche ma qui di presitorico c'è solo la concezione di cinema muscolare del tedesco.Che per fortuna non la tira tanto in lungo.Stavolta all'ideologia militante,al suo interventismo muscolare destrorso viene sostituita una storiella new age da femminucce che sospirano per i pettoriali in bella mostra delle maestranze attoriali costrette a far da spalla all'ingombro degli effetti computerizzati.Nel frullatore delle varie epoche Emmerich come al solito bada alla forma più che alla sostanza.Gli occhi azzurri posticci di Camilla Belle sono luci sprecate nel trionfo dell'ovvio.E anche i mammuth plastificati o le tigri coi denti a sciabola fanno molta meno paura.Meglio rifugiarsi nell'era glaciale.In tutti i sensi.
solita regia con il guanto di piombo
bellina ma è meglio nello spot di Nespresso
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