Regia di Jay Russell vedi scheda film
È raro oggigiorno che un film per famiglie, al di fuori dei migliori esiti del cinema d’animazione (Pixar e Miyazaki), non si limiti, più o meno bene, a distrarre i bambini per strizzare l’occhio ai genitori con battutine e citazioni. Fa eccezione Water Horse, che col romanzo omonimo di Dick-King Smith dal quale sarebbe tratto ha a che spartire poco più della Scozia e dei nomi dei personaggi. Jay Russell e, soprattutto, lo sceneggiatore Robert Nelson Jacobs spostano la vicenda dagli anni 30 al bel mezzo della Seconda guerra mondiale. Lo slittamento rende Angus, il bambino che trova l’uovo del mostro di Loch Ness, orfano di padre e circondato da un ambiente insidioso per la creatura ma anche per sé, dove i militari inglesi che si installano nella villa di famiglia impongono una disciplina fine a se stessa. Il controcanto a tale rigidità è incarnato dal personaggio dolente e misterioso di Ben Chaplin, dal cui volto traspare un’onestà d’altri tempi e per questo voluto da Malick nella Sottile linea rossa. Di spessore anche il resto del cast, da Emily Watson al giovane protagonista Alex Etel, che esordì con Millions, alla creatura generata dai maghi degli effetti speciali della WETA, fino a Brian Cox, bloccato nell’infanzia che rivive e racconta. La vicenda è infatti chiusa in una oleografica cornice odierna, ma il resto del film è spesso livido e notturno, non eccede in carinerie ed è sostenuto da una solida onestà narrativa.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta