Regia di Rodrigo Garcìa vedi scheda film
Rodrigo García, figlio di Gabriel García Márquez, è un poeta dei ritratti al femminile, da Le cose che so di lei a 9 vite da donna. Adesso sarebbe bello sapere quale perversa logica produttiva l’ha portato a capo di un thriller dal passo televisivo, floppone in patria e mimetizzato nella distribuzione nostrana da un titolo action, stile disaster movie. C’è un po’ di Lost, nell’incipit, con un incidente aereo che lascia dieci sopravvissuti faccia a faccia con il trauma di chi è stato miracolato e con una serie di misteri misteriosi. Anne Hathaway sveste Prada, dimentica Jonathan Demme (Rachel sta per sposarsi) e si dà un gran daffare come terapista temeraria, ma fragilina e tenerina, prima intimidita, poi sempre più coinvolta nel concorde affaire dove niente (ovviamente) è come sembra, anche a scapito del buon senso. Anche perché di fronte si trova un ganzo tormentato come Patrick Wilson, paziente impaziente (di approfondire la terapia). Seguono apparizioni, sparizioni, fenomeni soprannaturali e sorpresine, un tanto ogni tot, tra gli intrighi della compagnia aerea e i crimini del cuore. Più il colpetto di scena finale, tanto per provare a risvegliare chi si fosse assopito durante un volo che non decolla mai.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta