Regia di Peter Greenaway vedi scheda film
Esordio cinematografico straordinario per quell’uomo d’arte ed ossessione che e’ Peter Greenaway. Raro caso in cui un’opera cinematografica, densa di contenuti, storie, avvenimenti, subisce, dopo decenni dalla sua apparizione, una “riduzione” (nel vero senso della parola) letteraria, rielaborata da parte tra l’altro dallo stesso autore del film, mantenendo inalterato lo spirito e l’atmosfera da quiete prima della tempesta che ispira l’originale filmato.
“Voli fatali” e’ il titolo italiano del bizzarro romanzo di Peter Greenaway (edito da Mondadori - Piccola Biblioteca Oscar - ed 2005) che racchiude 92 brevi biografie di una parte di coloro che, contemporaneamente, in un certo momento della loro vita, furono colpiti (in totale oltre 19 milioni di persone al mondo!) dal cosiddetto E.V.N.I. (Evento violento non identificato), una sorta di mutazione fisica ma anche caratteriale che avvicino’ il mondo umano a quello dei volatili di ogni tipo e specie. Un cataclisma apparentemente silenzioso e poco appariscente destinato a cambiare nel tempo abitudini e comportamenti di buona parte della popolazione mondiale, e per questo studiato e catalogato con rigore da un gruppo di studiosi ed appassionati delle specie animali.
Dopo aver letto questo strepitoso, affascinante, assurdo e spesso comico romanzo, la visione di oltre tre ore di questa splendida opera d’esordio e’ una passeggiata ed insieme uno stimolo affascinante con cui un coraggioso ed anticonformista neo-regista di inizio anni ’80 si dilunga - in modo inconsueto, affascinante, e scegliendo immagini che spesso appaiono come contorno al racconto che viene narrato, rendendo in tal modo la vicenda ancora piu’ stimolante ed enigmatica – nei singoli sviluppi di una metamorfosi che per certi versi manifesta in chi ne e’ coinvolto nuove sensorialita’ appannandone altre, rendendo la vittima (o il beneficiario, a seconda dei punti di vista) piu’ sensibile a richiami e sensazioni che prima non riusciva a percepire, spingendolo a trovare nuove e piu’ consone forme di comunicazione che si trasformano poco dopo in veri e propri idiomi e modalita’ di comunicazione e percezione.
Un falso documentario condotto con l’apparente rigore e serieta’ che caratterizzeranno tutto l’ottimo cinema del futuro Greenaway, ed in cui cominciano gia’ da ora a manifestarsi quelle fobie, quelle attrazioni fatali ed ossessioni per numeri, cabale, tecniche di scrittura, multiple personalita’, movimentazioni architettoniche ed ellissi, reliquie preziose e nudita’ corporali, che saranno lo spunto e la spina dorsale delle vicende dei suoi stupendi film che seguiranno.
92 biografie di persone coinvolte nella misteriosa metamorfosi che ci cala in un’atmosfera cupa da fine del mondo; persone accomunate tra loro da un cognome che inizia per “fall” che significa “caduta”, ossia qualcosa di pericoloso e “fatale” per chi e’ dotato della capacita’ di volo o ad essa aspira piu’ di ogni altra cosa; 92 non e’ ovviamente un numero scelto a caso, bensì la numerazione atomica dell’uranio, che predispone gli animi del lettore e spettatore ad una inquietante atmosfera di catastrofe incombente, che in fin dei conti rappresenta uno dei valori piu’ riusciti sia del film che del romanzo.
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