Regia di Ken Russell vedi scheda film
Disequilibrato, sconnesso e delirante. Un film in cui la logica passa in secondo piano, in virtù di presunte velleità di musical (?) biografico; la vita di un compositore del diciannovesimo secolo è incorniciata nel contesto ultramoderno (ed estremamente kitsch, colorato, ostentativo) dell'idolatria di una popstar. A volte il grottesco prende un po' la mano a Russell e diventa demenziale (la scena del fallo gigante ghigliottinato), l'erotismo non è affatto patinato, ma gettato sullo schermo quasi con violenza, molto spesso fuori luogo. Ringo Starr compare brevemente nei panni del Papa, nel finale c'è posto persino per Hitler - e a dirla tutta: il film si chiude con Liszt che fugge nello spazio su uno shuttle. Tremendo.
Vita e amori di Franz Liszt, compositore dell'ottocento, gaudente e sprezzante; i suoi rapporti con la religione, con gli altri compositori (in particolare con l'odiato Wagner), con il sesso.
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