Regia di Shohei Imamura vedi scheda film
L'incomunicabilità secondo Imamura.Modesto impiegatuccio giapponese abituato a una vita in grigio appena rischiarata dalla sua passione per la pesca scopre sua moglie a letto con l'amante dopo che lo hanno instradato sulla via dell'adulterio da parte di lei e accecato dal fuorore e dall'orgoglio la uccide.Una sequenza a metà tra lo splatter e l'onirico/grottesco,una casa ,una camera da letto,un talamo dai colori tenui nonchè spenti,invaso da un delirio di sangue incontrollabile.Dopo 8 anni di prigione l'uxoricida s inventa barbiere in un paese abbastanza bislacco e parla solo con la sua anguilla,placida nell'acquario del suo negozietto.Quando conosce una donna che gli ricorda sua moglie,è l'occasione per far ritornare il passato....prepotente.E'un film di apparente linearità in cui realtà e immaginazione si fondono senza soluzione di continuità.Che cosa rappresenta l'anguilla?Una comunicazione a senso unico?Un amica che passivamente nel suo distacco per motivi contingenti accetta sempre quello che le si dice?o la possimo intepretare come il fantasma della moglie rappresentando quindi la prova tangibile del pentimento e della punizione?Imamura evita di rispondere a molte domande lasciando libertà d'intepretazione pur in una narrazione lineare,in un film dove accadono molte cose(compresa una gigantesca rissa finale),in cui risaltano i vari personaggi del paesino dove si è andato a rifugiare l'uxoricida che rappresentano un microcosmo per lui accogliente e protettivo.Ma che non durerà per molto....
ok
non male
bravo
un film spiazzante per l'apparente linearità
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