Regia di Davide Barletti, Lorenzo Conte vedi scheda film
Il libro autobiografico di Perrone è stato solo un aggancio, dopo di che si sono prese le parti che sceneggiatori e registi hanno ritenuti fuori da certi schemi, che al cinema potevano dare qualcosa di diverso, e la stessa realizzazione certifica questo con la scelta di eliminare spesso i facili riempimenti di vuoti cinematografici, con scene di violenza senz'altro vera, ma spesso adoperata per dare solo il sapore voyeristico alla storia, accontentando solo stomaci facili. Una riflessione da parte del protagonista anche con voce fuori campo, una volta tanto giusta nell'economia del film, che si vede crescere nel suo sogno piccolo di delinquenza ed arrivare alle dimensioni che lo portano appunto a Fine Pena Mai. Una educazione sentimentale di una gioventù perduta nel denaro e solo in quello, dato che il contesto non riesce a far sognare in maniera diversa. Flash back adoperati molto bene, e per quasi debuttanti non è cosa da poco, dato che ci si perdono fior di registi di nome, e ottima la trovata delle carrellate sui teatri di prigione dell' Asinara e Pianosa. Ottima fotografia, nella varie rappresentazioni, firmata da Alberto Iannuzzi. Un cast di giovani attori italiani che dimostra che quando ci sono le idee giuste, viene fuori anche il talento, spesso frustrato in operazione scarse
Una educazione sentimale che porta alla perdizione
Ottimo debutto, accompagnto da un'ottima scelta di sceneggiatura, anche se in precedenza avevano fatto un documentario molto interessante assieme ad altri, qui siamo in un campo diverso
Una dimostrzione di talento non qualsiasi
Non centrato al massimo, ma non per colpa sua
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