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Fine pena mai

Regia di Davide Barletti, Lorenzo Conte vedi scheda film

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La recensione su Fine pena mai

di barabbovich
4 stelle

Ascesa e declino di Antonio Perrone (Santamaria), piccolo boss malavitoso del Salento, che negli anni '80 si unì alla Sacra Corona Unita con tutti gli addentellati del caso: traffico di droga, racket, bische clandestine. Quando lo Stato alzò la testa, all'inizio degli anni '90, Antonio - come tanti altri - fu condannato all'ergastolo sotto i rigori del 41bis.
Liberamente ispirato al romanzo autobiografico Vista d'interni, il film degli esordienti Barletti e Conte si lascia irretire da qualche tentazione autoriale, perdendo così di vista l'unico possibile motivo di interesse per un film senza capo né coda: quella del cinema di genere. C'è infatti da rimpiangere i B-movies con Maurizio Merli e Thomas Milian a vedere un film come questo. Plot narrativo sconnesso, andirivieni temporale, stacchi semidocumentaristici e suggestioni da gangster-movie si avvicendano senza alcun controllo in fase di regia, in una sorta di minestrone indigesto coronato dalla presenza di un cast imbarazzante. Claudio Santamaria si produce in un ridicolo pidgin talentino-romanesco mentre Valentina Cervi conferma di essere una sorta di Re Mida al contrario: dove c'è lei la qualità è quasi sempre assente. Vedere Ritratto di signora, Escoriandoli, L'anima gemella, Passato prossimo e Provincia meccanica per credere.

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