Antonio Perrone è il giovane rampollo di una ricca famiglia del sud Italia. Innamoratosi di una splendida donna, Daniela, si dedica a una vita di piaceri veloci e consumismo sfrenato. Diventa ben presto un piccolo delinquente locale e, successivamente, finisce per diventare un importante esponente della mafia locale. Dovrà però fare i conti con la giustizia, pagando un prezzo altissimo.
Note
Un mafia-movie interessante, che ha come principale punto di forza l’utilizzo di una voce narrante che si fa “piano sequenza uditivo” e segue la macchina da presa tra le celle vuote di Pianosa e dell’Asinara. Le scene d’azione o di violenza sono quasi sempre fuori campo. E, dove mostrate (come nel bar dove si gioca alla morra), poco insistite. Come se ai registi interessassero le conseguenze, i vuoti da riempire con la voce. Molto bravi gli interpreti, per un film che sceglie i percorsi narrativi meno banali.
Ho visto questo film durante un campo di volontariato di Libera. Tratto da un diario di un ex mafioso ("dissociato ma non pentito") mi è piaciuto per il suo ritmo incalzante e per il suo tono asciutto, senza alcuna retorica.
Un Romanzo criminale accordato ad un 'ottava più bassa per dirla con il linguaggio musicale.Musica che qui la fa da protagonista nella ricostruzione degli anni '70 e '80 che viene più evocata(appunto con le canzoni di quel tempo) che mostrata,probabilmente anche per problemi di budget.Fine pena mai è un film di mafia,o meglio di Sacra Corona Unita in cui la violenza non… leggi tutto
VOTO : 6/7.
Ascesa e declino di un boss venuto dal nulla.
La storia è una delle più vecchie del mondo, ma questo film si smarca non fosse altro per la presenza di un livello tecnico maggiore rispetto alla media dei film italiani e per la scelta di non essere un semplice esercizio di violenza.
Magari un po’ scolastica, ma la regia detta bene i tempi, guarda spesso al… leggi tutto
La gag metacinematografica su Scarface spiega questo e molti altri film simili. O per carenza di mezzi, o di ispirazione, sembra difficile fare un De Palma. Allora si prova a fare un film neorealista, del resto siamo pur sempre italiani. Però che noia. Allora si fa un film a metà, realista ma con qualche vezzo autoriale qui e là. Forse sarebbe stato meglio lasciar perdere… leggi tutto
La gag metacinematografica su Scarface spiega questo e molti altri film simili. O per carenza di mezzi, o di ispirazione, sembra difficile fare un De Palma. Allora si prova a fare un film neorealista, del resto siamo pur sempre italiani. Però che noia. Allora si fa un film a metà, realista ma con qualche vezzo autoriale qui e là. Forse sarebbe stato meglio lasciar perdere…
Il libro autobiografico di Perrone è stato solo un aggancio, dopo di che si sono prese le parti che sceneggiatori e registi hanno ritenuti fuori da certi schemi, che al cinema potevano dare qualcosa di diverso, e la stessa realizzazione certifica questo con la scelta di eliminare spesso i facili riempimenti di vuoti cinematografici, con scene di violenza senz'altro vera, ma spesso…
Un Romanzo criminale accordato ad un 'ottava più bassa per dirla con il linguaggio musicale.Musica che qui la fa da protagonista nella ricostruzione degli anni '70 e '80 che viene più evocata(appunto con le canzoni di quel tempo) che mostrata,probabilmente anche per problemi di budget.Fine pena mai è un film di mafia,o meglio di Sacra Corona Unita in cui la violenza non…
Esordio a quattro mani per i registi Conte e Barletti e ritorno al gangster movie per Claudio Santamaria che, dopo aver interpretato il Dandi in "Romanzo criminale", torna nei panni di un malvivente di borgata destinato tanto ad una rapida ascesa quanto ad un' inevitabile e rovinosa caduta. La vicenda narra infatti le gesta di Antonio Perrone che, da giovane spacciatore salentino…
VOTO : 6/7.
Ascesa e declino di un boss venuto dal nulla.
La storia è una delle più vecchie del mondo, ma questo film si smarca non fosse altro per la presenza di un livello tecnico maggiore rispetto alla media dei film italiani e per la scelta di non essere un semplice esercizio di violenza.
Magari un po’ scolastica, ma la regia detta bene i tempi, guarda spesso al…
Contrariamente alle aspettative create nella premessa, questo film non è una rivisitazione, critica e personale, dell'amaro passato di un boss condannato al carcere duro, e sottratto per sempre alla sua vita. È invece, banalmente, la solita storia di mafia, anche un po' noiosa, e, soprattutto, priva dell'auspicato respiro morale e sentimentale. Un "Romanzo criminale" salentino che si concede…
Un film che segna una discontinuità dai soliti film sulla mafia e le sue diversificazioni. Lontanno anni luce dai prodotti televisivi, rischio sempre altissimo per il cinema italiano, è un film che gioca molto sulle cose non dette, sugli sguardi e su un' Italia che sembra arcaicamente feroce. Bellissimi volti e straordinaria fotografia, un film nel film. Ottimo.
Il film di Barletti e Conte, non decolla, anzi in alcuni momenti, annoia, risulta lento e ripetitivo.Interessante per la storia proposta, per chi come me essendo pugliese, non conosceva molto bene la vicenda di Antonio Perrone. Ho avuto l'occasione di vedere il film a Monopoli nella rassegna Sguardi di cinema d'autore( bellissima iniziativa), ed erano presenti alcuni attori, ( Santamaria), il…
Antonio Perrone era l’astro nascente della Sacra corona unita, la mafia pugliese, emergente tra gli anni 80 e i 90. Arrestato e rinchiuso per 15 anni secondo il rigido regime del 41 bis, scrisse un’autobiografia che è alla base del film. Santamaria aderisce mimeticamente al ruolo di bandito, ebbro di cocaina e di violenza, stritolato in giochi di morte qualche volta eterodiretti (per Cosa…
Antonio Perrone fece una promessa al figlio e alla moglie: non li avrebbe mai abbandonati. Dal carcere dell’Asinara, nell’isolamento riservato a quelli del 41 bis (a cui fa riferimento il titolo del film), Perrone, d’origini salentine, vive il suo mistero di marito-padre e detenuto, per la sua affiliazione alla Sacra Corona Unita. Sullo sfondo la Puglia degli anni Ottanta, fra gestione del…
Ascesa e declino di Antonio Perrone (Santamaria), piccolo boss malavitoso del Salento, che negli anni '80 si unì alla Sacra Corona Unita con tutti gli addentellati del caso: traffico di droga, racket, bische clandestine. Quando lo Stato alzò la testa, all'inizio degli anni '90, Antonio - come tanti altri - fu condannato all'ergastolo sotto i rigori del 41bis.
Liberamente ispirato al romanzo…
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Commenti (3) vedi tutti
Ho visto questo film durante un campo di volontariato di Libera. Tratto da un diario di un ex mafioso ("dissociato ma non pentito") mi è piaciuto per il suo ritmo incalzante e per il suo tono asciutto, senza alcuna retorica.
commento di Artemisia1593Altro che "Milano-Palermo Il ritorno"… Se al film con Raul Bova ho visto dare addirittura 4 stellette… Misteri dei gusti cinematografici!!!
commento di celtius6/10
commento di alex77