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Sweeney Todd. Il diabolico barbiere di Fleet Street

Regia di Tim Burton vedi scheda film

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La recensione su Sweeney Todd. Il diabolico barbiere di Fleet Street

di Stefano L
8 stelle

 

Lo metto subito nero su bianco, penso che i film siano fatti per Hollywood, mentre i musical sono più adatti a Broadway. Tuttavia "Sweeny Todd" conferma l'eccezione alla regola. L'Inghilterra è praticamente la location ideale per le riprese di Burton: le premeditazioni del cineasta maggiormente visonario in circolazione hanno difatti a disposizione un'ammaliante cornice dalla tempra funerea per avvalersi al meglio di un immaginario allucinato. Gli studios britannici della Pinewood, tanto cari al regista, grazie anche alla fotografia lugubre di Wolski, raffigurano convincentemente quella Londra tenebrosa e sinistra, di metà XIX secolo, la quale il grande Tim voleva mettere in scena; ed il risultato si palesa visivamente eccellente. Sweeny Todd (il killer) può inconsciamente ricordare "Edward mani di forbici", ma vi ricrederete presto. Questa volta non abbiamo il classico bravo ragazzo con le cesoie al posto delle mani, bensì un antieroe che di pietà verso i suoi nemici non ne riserva proprio nulla (salvo qualche rara eccezione). Trattasi infatti di un povero barbiere arrestato ingiustamente e costretto ai lavori forzati a causa di uno spietato e malvagio giudice, il quale gli ha sottratto moglie e figlia. Adesso Benjamin Barker (così si chiama il protagonista interpretato da Depp), tornato a casa, non aspetta altro che assoporare la cruda vendetta; e lo fa scatenando la sua ira sullo stesso sistema reo di averlo tradito. Quello dell'alta borghesia. Tutti gli individui corrotti della società dovranno fare i conti col rasoio di Todd: il rosso sangue in perfetto contrasto con il bianco spettrale della pelle delle vittime, è l'unico colore che possa rappresentare la collera e la voglia di rivalsa di questo tetro personaggio. Esaltare la colonna sonora di Stephen Sondheim senza mandare in visibilio le ovvie lodi sul compositore è veramente difficile. Diciamo allora prosaicamente che comprende splendidi brani musicali intonati dagli attori con degna professionalità: evidentemente la vecchia e non fortunatissima militanza di Depp nel gruppetto rock "The Kids" gli ha lasciato delle rinomate doti canore. Il resto degli interpreti è comunque azzeccato, da un Alan Rickman intenso a una Helena Bonham Carter cadaverica e affascinante; più stereotipato invece il "guappo" (chissà perché: gli italiani nei contesti anglosassoni sono sempre i cattivoni), l'Adolfo Pirelli di Sacha Baron Cohen. Sondheim non avrebbe mai immaginato tanto successo per la versione cinematografica della sua opera teatrale del '79. Vista la qualità del prodotto finale, si tratta di un'accoglienza di pubblico e botteghino meritata.

 

 

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