Regia di Tim Burton vedi scheda film
Un musical lontano erede per stile e cupezza, ma non per contenuti, de “Il Fantasma dell'opera”, che ha per soggetto un barbiere impazzito dal dolore dopo che un giudice profondamente geloso di lui, gli ha rapito moglie e figlia, spedendolo ingiustamente in carcere per quindici anni.
Il film, ispirato al musical di Stephen Sondheim, (che trae a sua volta spunto dal dramma teatrale del 1842 di George Dibdin Pitt) e vago remake de' "La bottega degli orrori di Sweeney Todd" di John Schlesinger, è caratterizzato da un mix di idee e situazioni che omaggiano "Il conte di Monte Cristo", "The mask of Zorro" e perfino "Il corvo". La sua storia, infatti, mostra le varie sfaccettature della personalità di un uomo distrutto nell'anima e perseguitato da ricordi drammatici, che ormai riuscito a fuggire dal carcere e tornato a Londra, ha solo una gran sete di vendetta. Per questo riapre la sua bottega e si accinge a uccidere chiunque gli capiti sotto mano, con la speranza che presto gli capiti d'incontrare anche il giudice responsabile della sua infelicità.
La miscela di horror, sangue e sentimentalismo fa un po' inorridire, ma funziona e sorprende.
Ottima la fotografia, belli sebbene artefatti gli ambienti londinesi e molto burtoniane le scenografie dark e bi-cromatiche che si fondono alla perfezione con i volti esangui di tutti i protagonisti. Caratteristiche, queste, che si differenziano solo in quei pochi momenti caldi che la trama offre e in cui magicamente tutto torna a essere luminoso e ricco di colori vivaci...
Le musiche sono discrete, le voci che cantano intonate e talvolta profonde e la trama diventa gradualmente sempre più interessante e avvincente. Soprattutto la parte finale è ricca di colpi di scena e di una buona dose di pathos.
Questa volta, il duetto Depp-Bonham Carter si rivela più incisivo e riuscito del solito.
Depp ha meritato di vincere il Golden Globe per questo ruolo in cui lo si vede nei panni di un assassino che si accinge a tagliar gole con lo sguardo perso nella propria follia. Ha saputo rendere il proprio personaggio insofferente e al tempo stesso straziato dai traumi. Ha anche una bella voce, profonda e sensuale.
Helena Bonham Carter ha anche lei una bella vocina ed è molto brava e convincente nei panni di una dark lady doppio-giochista. Si lasciano notare poi Alan Rickman, eccezionale e incisivo, e Jamie Campbell Bower, discreto con una gradevole vocina bianca.
Un musical che sfiora il capolavoro.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta