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Crimes of the Future

Regia di David Cronenberg vedi scheda film

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alan smithee

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La recensione su Crimes of the Future

di alan smithee
6 stelle

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YOUNG CRONENBERG

Crimes of the future segue le bizzarre vicissitudini di Adrian Tripod, un direttore di una nota clinica dermatologica chiamata “House of skin”, rifugio e sicurezza per i sopravvissuti in seguito ad una epidemia che ha decimato tutti gli esseri umani dediti all’utilizzo di cosmetici, e quindi in particolare donne in età fertile. Una situazione catastrofica che ha decimato la popolazione, mettendo a repentaglio futuri programmi di riproduzione della specie.

Alla ricerca del suo principale collaboratore, il folle ma abile dermatologo Antoine Rouge, sparito nel nulla, l’uomo vaga tra le avveniristiche architetture del centro di riabilitazione, ormai pressoché deserto, imbattendosi in strani personaggi, ormai tutti di specie maschile, ed esercitando su di loro ogni sorta di perversione legata in qualche modo al corpo, e alla pelle che lo ricopre.

Sorretto da un io narrante che sostituisce ogni sorta di dialogo, Crimes of the future ci proietta in un mondo apocalittico da incubo nel quale David Cronenberg ci introduce attraverso una delle sue ossessioni più irresistibili ed incontrollate: quella della mutazione del corpo, della mostruosità, della mutazione, come conseguenza di un processo evolutivo sul quale l’uomo stesso ha perso il controllo della situazione, finendo per divenirne succube e vittima primaria.

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Il film, girato con pochi mezzi in una struttura architettonica suggestiva e per l’epoca piuttosto avveniristica, che finisce per divenire la scenografia ideale e pertinente alla vicenda, è un inno alla sperimentazione e all’approccio verso una narrazione che si libera dei vincoli più tradizionali, esprimendosi più per riferimenti indiretti, che tramite le conseguenze di ciò che ci viene presentato.

Un’opera ambigua, spesso ostica ed indecifrabile, in cui tuttavia l’ossessione per la mutazione fisica diviene da quel momento un riferimento quasi inevitabile e primario per il grande regista che si sarebbe formato negli anni avvenire.

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