Regia di David Cronenberg vedi scheda film
Non può finire bene: ed infatti, quindi, non finisce. (Ma del resto siamo solo agli inizi.)
Prima di “Crimes of the Future” (2022) ci furono altri “Crimes of the Future” (1970), divergenti (là commessi para-legalmente dal potere legiferante infra/sovra-statale, qui perpetrati da strangelovesche istituzioni private), m’altrettanto gravemente criminosi, criminogeni e criminali: fotografato, montato, scritto, prodotto e diretto da David Cronenberg, il secondo lungometraggio…
[che come il precedente “Stereo” si avvale della stessa compagnia d’attori con a capo Ronald Mlodzik e presenta una pista sonora priva, per motivi tecnici trasmutati in artistici, non solo della presa diretta, ma di qualsivoglia diegetico rumore ambientale e dialogo aggiunto, sfruttando e disponendo della “sola” voce narrante del protagonista (una para-scientifico-letteraria messa in scena in minore di ciò che Ben Marcus farà 40 anni dopo con “the Flame Alphabet”) e di extra-diegetici ticchettii sfrigolanti simili a quelli di un contatore Geiger, di ruscellar d’acqua corrente libera, di dischi schratchati, di flauti impratichenti e di versi e richiami di animali selvatici]
...del futuro autore di “VideoDrome”, “Naked Lunch”, “Crash” e “A History of Violence” è paradossalmente, dato il tema centrale e apicale, un film sterile, ma - per la sua intera durata di poco più di un’ora - perturbante: un’epidemia, nata da Antoine Rouge, il mentore del protagonista narratore Adrian Tripod che prima si ritroverà invischiato oltre la catastrofica comfort zone della House of Skin in una stranamorica cricca di pedofili eterosessuali che cercano di anticipare psico-chimico-geneticamente l’avvento dell’età fertile nelle prepuberi superstiti e poi (convergendo per forma, ma non per sostanza, verso il Saul Tenser di oltre mezzo secolo dopo, lacrimando) ne sarà a capo, ha estinto il genere femminile umano in età post-puberale (e si può presumere che continui a farlo man mano che le ultime rappresentanti dell’ultima generazione ginoide raggiungano il menarca) e i maschi adulti rimasti sembrano essersi evoluti (alcuni sviluppando ricettivo-trasmissorie appendici rizomatiche, “partorendo” nuovi organi benigni in eccesso e senza apparente funzione e secernendo sostanze stupefacenti e stimolanti, oltre che andando ad occupare la nicchia ecologica lasciata libera dall’estinzione di massa del genere sessuale opposto e complementare smaltandosi di una tinta rosso corallo - poco virile, ma non per forza omosessuale - le unghie di mani e piedi, altri semplicemente e comunemente sindattili) in studenti universitari fuoricorso al DAMS e alla LUISS che si eccitano per delle culotte, sono stipendiati dalla Metafisica dell’Import/Export (una corporazione multinazionale che potrebbe benissimo anche essere un corso di laurea) e nel tempo libero scrivono per Rivista Studio e Linkiesta: insomma, dei guysoncini ante-litteram.
Non può finire bene: ed infatti, quindi, non finisce. (Ma del resto siamo solo agli inizi.)
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