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La Parola ai giurati

Regia di William Friedkin vedi scheda film

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La recensione su La Parola ai giurati

di alan smithee
8 stelle

locandina

La Parola ai giurati (1997): locandina

FRIEDKIN 

Dodici persone di ceto, razza ed estrazione eterogenea, sono chiamati a pronunciarsi per emettere una sentenza in relazione ad una accusa di omicidio che pende su un ragazzo, accusato di aver accoltellato a morte il proprio padre.

Il giudice (Mary McDonnell) invita i dodici giurati a ritirarsi per cercare di arrivare ad una soluzione della sentenza.

Il gruppo si ritira nella stanza disadorna e calda destinata ad ospitarli, ed il capo della giuria (Courtney B. Vance) invita i suoi colleghi a concentrarsi per cercare di addivenire ad una soluzione in un tempo ragionevole e che sia rispettosa degli elementi che il processo ha portato alla luce.

Si inizia il lavoro con una votazione palese, dalla quale emergono ben 11 teste improntate sul versante colpevolezza, mentre il solo giurato numero 8 (Jack Lemmon, straordinario anche in questa occasione), si esprime a favore dell'innocenza. 

Ma non perché è sicuro che il condannato sia estraneo all'omicidio, quanto piuttosto perché egli teme di avere troppo pochi elementi certi per poter arrogarsi il diritto di condannare a vita un ragazzo nemmeno maggiorenne ad una pena perentoria, se non proprio all'esecuzione capitale.

Ne seguirà un dibattito sempre più acceso, quasi infuocato, in cui alcuni tra i giurati cambieranno, poco per volta, opinione, trasformandosi da fautori convinti della colpevolezza, a garanti di un verdetto di innocenza per mancanza di prove.

Quarant'anni dopo il magistrale adattamento ad opera di Sidney Lumet, della pièce teatrale di Reginald Rose

Armin Müller-Stahl, Courtney B. Vance, Ossie Davis, William Petersen, Edward James Olmos, George C. Scott

La Parola ai giurati (1997): Armin Müller-Stahl, Courtney B. Vance, Ossie Davis, William Petersen, Edward James Olmos, George C. Scott

Il gran regista William Friedkin accetta la sfida di riproporre una versione, questa volta in un progetto per la televisione, della celebre sceneggiatura di Rose, chiamato per l'occasione ad adattare anche questo teso e riuscitissimo remake. 

Che ripropone una giuria totalmente maschile, ma più variegata quanto ad etnia, attraverso la quale è possibile ritrovare un microcosmo ove molte tra le variabili caratteriali che distinguono una intera umanità, vengono a galla quando si tratta di prendere una decisione che alcuni comprendono subito sia cruciale, altri invece, irresponsabilmente, puntano semplicemente a che venga affrontata per aver libero il resto del proprio tempo e della serata che si prevede in arrivo.

Friedkin riesce ad avere a disposizione un cast eccezionale di attori in grado di scandagliare le differenti vedute di pensiero, le ancor più variegate indoli che fanno muovere ognuno dei giurati, l'inevitabile condizionamento sociale che muove ognuno, e pure la variabile dell'età che rende ognuno legato a ispirazioni di pensiero difficili da conciliare, ma proprio per questo utili a far sorgere un dibattito che non si esaurisca in modo asfittico, senza che si finisca di valutare la pesante posta in giuoco che grava sulla sentenza.

Jack Lemmon, Armin Müller-Stahl, Dorian Harewood, Mykelti Williamson, Hume Cronyn, Courtney B. Vance, Ossie Davis, George C. Scott, James Gandolfini, Tony Danza, Edward James Olmos, William Petersen

La Parola ai giurati (1997): Jack Lemmon, Armin Müller-Stahl, Dorian Harewood, Mykelti Williamson, Hume Cronyn, Courtney B. Vance, Ossie Davis, George C. Scott, James Gandolfini, Tony Danza, Edward James Olmos, William Petersen

George C. Scott, Armin Müller-Stahl

La Parola ai giurati (1997): George C. Scott, Armin Müller-Stahl

Fino a creare, in questo ottimo remake, un puzzle umano variopinto in grado di rappresentare un microcosmo ideale a descrivere una umanità fragile, ricolma di vizi che superano di gran lunga le virtù, ma predisposta, suo malgrado, a risolvere un enigma che non può essere preso alla leggera come suggerito da alcuni tra loro.

Spiccano per la magistrale prova che li contraddistingue, oltre al già citato, migliore tra tutti, insuperato Jack Lemmon, nominato agli Emmy e ai Golden Globe, certamente George C. Scott, nel ruolo del giurato più umorale e prevenuto, che vinse entrambi, il vecchio Hume Cronyn, il compianto James Gandolfini, lo straordinario Armin Mueller-StahlEdward James Olmos, l'affezionato del regista William Petersen, il fatuo Tony Danza, e lo scrupoloso e dimesso Ossie Davis

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