Regia di Lucky McKee vedi scheda film
Non si capisce come abbia fatto un perfetto sconosciuto (al tempo) come Lucky McKee a rientrare nella cerchia di registi di Masters of Horror, in pratica un esordiente con niente all’attivo a parte l’opera prima May (non visto), di certo il suo non era un nome “caldo”, di quelli che alimentano le speranze degli amanti del genere, ma la popolarità non sempre è sinonimo di qualità e chi ha seguito la serie può certamente testimoniarlo.
Ben venga quindi lo sconosciuto McKee se i risultati sono come questo Sick Girl, in assoluto il miglior episodio fra quelli visti finora (insieme a quello di Carpenter), un film bizzarro nell’impostazione, ricco di sottotesti, furbetto nelle citazioni (su tutte Cronenberg e La mosca), ma più in generale ben scritto (Sean Hood) e presentato, senza dimenticare una galleria di personaggi tra i più azzeccati visti finora.
Sick Girl ci appare come un bel frullato dal sapore gustoso, per ¾ di pellicola siamo spaesati di fronte ad una commedia lesbo-sentimentale, certo le due protagoniste sono un po “strane”, una fa l’entomologa (bravissima Angela Bettis) e ha la passione per gli insetti che chiama tutti per nome, l’altra è una disegnatrice un po svampita e timida, si incontrano e si amano osteggiate dalla padrona di casa dell'entomologa, che le considera due degenerate, due mostri della natura.
Poi ce un misterioso pacco spedito dal Brasile, contiene un animale sconosciuto e pericoloso, un ottimo aggancio per virare nell’horror e per citare i classici di un tempo, quei vecchi film con gli animali assassini, quelli che strizzavano l’occhio allo spettatore giocando con il disgusto per gli insetti (con me ancora funziona LOL), e alla fine ci sono le mutazioni, quelle della mente ma soprattutto dei corpi, questa fase esplode negli ultimi minuti rinvigorita da un copioso spargimento di sangue.
McKee non perde mai il filo e questo è già un successo considerando le varie tematiche, segue la sua protagonista tratteggiandola perfettamente tra dolcezza e caricatura, non rinuncia all’ironia e a qualche battuta vincente (il collega del laboratorio è uno spasso d'indecenza e volgarità), poi quando arriva il momento di spingere sull’acceleratore non si tira indietro, aiutato da effetti speciali non digitali e forse per questo ancora più graditi.
Finale grottesco e di rara cattiveria, belle musiche, discreto pure il doppiaggio in italiano, una specie di miracolo!
Voto 7.5
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