Emma Martano ha un futuro assicurato: imminente laurea in matematica, un lavoro già avviato nel reparto informatico della Fiat e un fidanzato da sposare. Ma siamo a Torino nel 1980: l'esperienza degli scioperi e degli scontri di classe le faranno cambiare prospettiva sulla sua vita e sulle sue scelte...
Note
La Labate mette in scena la storia d'amore nell'evento storico-politico: ma i modi sono banali, l'approfondimento è negato, e il risultato è un dramma insipido condito con telegiornali e reportage dell'epoca. Personaggi tagliati con l’accetta, famiglie stereotipate e un contorno che non riesce a riportare alla luce l'atmosfera.
A parte le immagini d'epoca sulla crisi della FIAT degli anni Ottanta, il film fa veramente pena. I personaggi, la storia, i dialoghi sono da fiction televisiva. La protagonista sembra una povera scema sempre con quell'aria smarrita.
"La mia generazione"(1996)di Wilma Labate ce l'aveva fatta conoscere con una storia che era insieme la fine di un'epoca (quella del terrorismo) ed il resoconto di un'utopia irrealizzabile. La Signorina Effe costituisce il seguito ideale di quel film, non solo dal punto di vista cronologico (il 1980 e la sconfitta del movimento operaio andarono di pari passo con la recrudescenza dell'eversione),… leggi tutto
Un bel film. Con una meravigliosa coppia di protagonisti (Valeria Solarino e Filippo Timi). Mi è molto piaciuta la rappresentazione della famiglia proletaria meridionale trapiantata al Nord, soprattutto la figura del padre, che crede sinceramente di dovere tutto alla Fiat, che rimpiange i tempi in cui si lavorava sodo senza "scassaminchia", e i figli degli operai andavano d'estate tutti insieme… leggi tutto
Ecco un'altra bella occasione sprecata dal nostro cinema. La riflessione sull'episodio delle lotte operaie che mise alle corde i sindacati, dando nuova forza alla classe padronale (la FIAT ha sempre fatto scuola e costituito precedente), si risolve nel consueto triangolo amoroso, relegando sullo sfondo un contesto sociale tanto importante e che costituiva probabilmente il punto focale su cui la… leggi tutto
Domanda: La legge di Lidia Poët si apre con una scena di sesso abbastanza forte, un cunnilingus. Risposta: Me la ricordo, ci abbiamo messo nove ore a girarla… (Ma sono molto serena con la mia…
In "Full Monty" sono costretti a spogliarsi. In "Tootsie" a cambiare sesso. In "Risorse umane" i figli che hanno studiato si ritrovano a dover licenziare i padri che si sono svenati per farli studiare. In "Tutta la…
Lo dico per quelli della mozione Frank Zappa for President ( che deve pur esistere, in un altroquando, un mondo in cui Bush Sr. ( e Reagan ) l'abbiano presa in saccoccia nel 1988 ). E' vero, sarebbe stato…
Ecco un'altra bella occasione sprecata dal nostro cinema. La riflessione sull'episodio delle lotte operaie che mise alle corde i sindacati, dando nuova forza alla classe padronale (la FIAT ha sempre fatto scuola e costituito precedente), si risolve nel consueto triangolo amoroso, relegando sullo sfondo un contesto sociale tanto importante e che costituiva probabilmente il punto focale su cui la…
Wilma Labate continua a deludere, ed è evidente che il suo debutto all'epoca fu frutto di una sopravvalutazione, avendo confermato più tardi una maniera di fare cinema abbastanza inadeguata, sia per struttura che per argomenti. Qui non riesce in niente a portare avanti un discorso non del tutto interessante e che non si capisce bene cosa voleva affrontare, se non una…
Non sarà Ken Loach, ma rimane un discreto tentativo nel mare stagnante della nostra cinematografia. Certo riduce all'osso il contesto storico, per cui o si conosce la cronaca di quegli anni e di quell'episodio, oppure ci si ferma al triangolo amoroso in salsa melodrammatica, il che è sinceramente poco. Tuttavia sarebbe stato produttivo fare altrimenti? E' forse ora di chiedere di…
Con pudore perchè oggi anche i vincitori sono vinti ... Non è cambiato nulla. La fabbrica è cinica e tremenda. La produzione impera possente su tutta la nostra vita. La solitudine millenaria…
Dopo La mia generazione e Domenica, Wilma Labate cerca credibilità come autrice con un film sulle lotte operaie e sindacali che portarono alla marcia dei 40mila. L'espediente narrativo è inefficace, la direzione degli attori approssimativa e i clichè sulla contrapposizione tra operai e padroni sono davvero troppo numerosi.
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Commenti (1) vedi tutti
A parte le immagini d'epoca sulla crisi della FIAT degli anni Ottanta, il film fa veramente pena. I personaggi, la storia, i dialoghi sono da fiction televisiva. La protagonista sembra una povera scema sempre con quell'aria smarrita.
commento di Artemisia1593