Regia di José Padilha vedi scheda film
attacco già visto con fermo immagine. niente di trascendentale. che fa storcere un pò il nasino. poi durante le due ore e passa di film invece non si storce più il nasino. ci si dimentica di avere un nasino alla francese(quale io posseggo)da storcere perchè sto cazzo di film prende e non ti molla più fino alla fine. il regista ti prende per il bavero della camicetta del cazzo e ti dice: "o mi guardi con attenzione pezzo di merda o te ne puoi pure andare a fare in culo quando vuoi perchè della tua attenzione del cazzo non me ne frega un cazzo!". e così succede. da un fatto vero, ci si ritrova immersi in un'azione di guerriglia urbana come in un gioco interattivo. la polizia "speciale" temuta da chiunque anche dai trafficanti di droga che infestano e governano le favelas da ripulire per l'arrivo del papa che vuole e deve soggiornare proprio di fianco ad una di queste. che idea.... che testa.... che fantasia. il film di padilha è pregno di immagini, di azioni girate senza farti perdere il senso o l'orientamento e le psicologie dei caratteri sono intense, vere e semplici, perchè in definitiva semplici sono le cose che si vogliono dalla vita. ci sono scene di violenza che ti fanno perdere la sensazione che stai vedendo un film, ma contemporaneamente ti consentono di continuare a realizzare che sei di fronte ad un'opera di fiction che racconta un fatto di cronaca. quindi di prenderne le distanze e sapere che non stai vedendo i documentario girato dal vero, sui posti nell'attimo in cui stavano accadendo. i visi poi sono bellissimi(aiutati anche dal fatto che qui da noi tutti gli interpreti sono sconosciuti)e comunicano un senso di simpatia, ritrovandoti a sentire un senso di coinvolgimento totale molto simile a quello che pasolini provava per i carabinieri figli di proletari contrapposti agli studenti contestatari. perchè poi a ricordarti la parola "polizia speciale" e a ragionarci su non è che sia sinonimo di tranquilla sicurezza. corruzione alla quale devi soggiacere volente o nolente. corpo al quale vuoi appartenere per emergere da una realtà che non lascia molte scelte o scampo se non sei "figlio di". corpo dal quale cerchi una via d'uscita per tornare ad avere una vita o più semplicemente una possibilità di vivere. per me poco lontano dal capolavoro.
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