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Tropa de Elite

Regia di José Padilha vedi scheda film

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La recensione su Tropa de Elite

di mc 5
8 stelle

Chi crede, dopo la recente visione di "Gomorra" di avere visto il massimo della durezza e della violenza brutale in circolazione sugli schermi, tenga presente che con questa pellicola brasiliana si va ben oltre. Se ho citato il film di Garrone è perchè mi sono accodato alle decine di titoli di giornali che lo evocano in sede di recensione di questo "Tropa de Elite". In realtà i due film raccontano sfondi talmente diversi che sarebbe inopportuno accostarli. E comunque se la spietatezza evidenziata da Garrone è in qualche modo "comprensibile" (non fraintendetemi, allora diciamo meglio "inquadrabile") in quanto collocata in un contesto che purtroppo ci è noto da decenni, per quanto riguarda invece i misfatti brasiliani il discorso è assai diverso. Noi sappiamo poco e niente delle contraddizioni violente che esplodono nel tessuto sociale brasiliano (e sudamericano in genere), come sappiamo poco e male del livello di corruzione della polizia di quel paese, o dei corpi operativi speciali (svincolati da regole restrittive e con totale libertà d'azione) destinati a contrastare il crimine ed in particolare lo spaccio di droghe. Sì, di rado si legge qualche prevedibile reportage sui giornali che del resto compensa il quasi silenzio delle tv, ma comunque le informazioni che ci arrivano da quelle zone sono decisamente poche. Noi sappiamo solo che il sudamerica è un contenitore di stati polveriera, dove le disuguaglianze sociali estreme e i numerosi focolai di povertà alimentano tante possibili rivoluzioni. Questo sappiamo. Ma a volte fa comodo non approfondire, non maneggiare materiale che potrebbe esplodere...E penso a quei bambini che vengono torturati con disumanità dalla polizia speciale ma che fanno parte anche loro di un meccanismo criminale che è quello del narcotraffico...Ed è straziante pensare che c'è sempre qualcosa "di peggio" del peggio....e mi riferisco alle piccole vedette di Scampia, rispetto alle quali probabilmente questi bambini brasiliani sono messi molto peggio. Questo film, col suo ampio successo, grazie anche alla visibilità offertagli dalla vittoria dell'Orso d'Oro al festival di Berlino, sta aprendo lo sguardo del mondo intero su una realtà intollerabile. Rispetto ai palazzoni di Scampia, qui è tutto piu' difficile da digerire, piu' ostico, piu' irritante, piu' alienante, piu' drammatico (qui non c'è spazio per il grottesco dei "neomelodici"). Se in "Gomorra" protagonista assoluto è il Sistema-Camorra, cioè la malavita contrapposta a delle Forze dell'Ordine che non si vedono praticamente MAI, qui invece protagonista è proprio la Polizia. Anzi, precisiamo meglio; le tre situazioni rappresentate nel film sono: 1) la famigerata "Bope" (squadra operativa speciale della Polizia, che usa metodi violenti ed esibisce fieramente icone dal vago sapore nazista) 2) la Polizia classica (raffigurata come entità impotente, corrotta, pigra, svogliata, del tutto inerte) 3) il mondo delle favelas, un autentico girone infernale dove lo spaccio è il solo appiglio per combinare qualcosa nella vita e sopravvivere. Il film, questo va detto subito, ha suscitato enormi polemiche, in quanto pare (e sottolineo "pare") schierarsi dalla parte di chi sostiene che pur di combattere una malavita particolarmente radicata non si deve sottostare ad alcuna regola nè morale nè legale, poichè la posta in gioco (la democrazia del convivere civile) è troppo importante. Ed ecco che scatta la parolina magica: "fascista". Appellativo con cui è stato piu' volte e da piu' voci intellettuali chiamato in causa il regista Josè Padilha. Per quanto mi riguarda, devo ammettere che, durante lo scorrere delle immagini, su questo tema ho cambiato idea almeno due o tre volte: questo per dire quanto sia difficile prendere una posizione netta sul (presunto) versante ideologico del film. Tant'è vero che poi ho deciso di sospendere il mio giudizio, magari anche in attesa di confrontarmi con altre opinioni, comprese quelle di chi mi sta leggendo qui adesso. Giudizio sospeso che però non mi esime da alcune riflessioni. Intanto evitiamo accostamenti inopportuni con aspetti della realtà italiana: le ronde "alternative" prospettate dai vari Borghezio sono qualcosa di lontanissimo dalle Squadre Speciali che si vedono all'opera nel film. Ed evitiamo quindi nel giudicare la pellicola di riferirci mentalmente a chi, qui da noi, evoca una "giustizia fai da te". Altra cosa: siamo così sicuri che il regista voglia esprimere giustificazioni agli atti violenti e dunque si schieri dalla parte dei poliziotti/giustizieri? Parrebbe di sì, visto l'estremo distacco con cui vengono mostrati certi "disturbanti" metodi operativi, ma...e se fosse tutta una provocazione? Peraltro, su internet si apprende che lo stesso regista, con una sua precedente opera (inedita da noi), "Bus 147", si era fatta la nomea opposta, cioè di essere "comunista": quindi io ci andrei cauto. La principale accusa mossa al regista è quella di aver contribuito ad esaltare l'azione di queste "squadre speciali". A questo punto però, considerando che (fra box office ed un numero record di copie piratate) il film in Brasile ha avuto una diffusione incredibile, io sarei davvero estremamente curioso di sapere sotto quale aspetto il pubblico brasiliano ha fruito di questo film: si è indignato o si è esaltato? e in quali percentuali le due fazioni? Ho fatto ricerche in questo senso su internet, ma senza alcun risultato, dato anche l'ostacolo della lingua che non conosco. In ogni caso, sarà banale dirlo, ma il fatto che la pellicola faccia discutere è in sè positivo, significa che non si tratta di un prodotto inerte destinato al rapido consumo. Consiglio comunque a tutti la visione del film, anche se sono ben consapevole che la crudezza è tale che l'inquietudine che ne deriva potrebbe dare a qualcuno qualche problema. Stavo dimenticando un aspetto fondamentale del film. Il ritratto (tutt'altro che banale) che il regista fa degli studenti borghesi coinvolti in associazioni di volontariato, rappresentati da un lato come portatori di istanze intellettuali democratiche ma nei fatti complici della criminalità: infatti questi fighetti banalmente "democratici", oltre a comprare regolarmente fumo proveniente dai trafficanti per soddisfare i loro simpatici vizietti "socializzanti", sono troppo presi dal loro ruolo di "difensori dei deboli" per farsi un minimo di esame di coscienza. E questo, se permettete, come punto di vista e come spunto riflessivo, mi pare originale e formidabile. Del cast non posso dire piu' di tanto, sono tutti volti a noi sconosciuti, ma tutti splendidamente in parte. Ci sono certi dialoghi talmente "vibranti" che non sembrano neanche fiction, sembrano ripresi "dal vero". E perfino certi toni, teoricamente "sopra le righe", sono però resi con tale bravura dagli attori, da apparire giustificati e credibili. In altri termini: un film che sa farsi prendere dannatamente sul serio (come "Gomorra", del resto...). Piccola parentesi sulla colonna sonora, basata essenzialmente su due pezzi trascinanti al massimo, e la cui potenza è pari a quella di tutto il film: uno è "Tropa de Elite" suonata dai Tihuana (un gruppo, credo, tipo "Sepultura") che del film è anche la "sigla" dei titoli di testa; ma il vero brano tormentone è "Morro do Dende" eseguito da "MC Cidinho & Doca", ed è quel pezzo che si vede ballato in una enorme discoteca all'aperto nelle immagini iniziali del film.
Dopo "La Zona", ecco un altro quasi-capolavoro di cui consiglierei la visione ai piu' giovani. Così si fanno subito un'idea di come sta girando il mondo. Da schifo.
Voto: 10

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