Regia di Gillo Pontecorvo vedi scheda film
Dopo il (vagamente) Viscontiano ma ancora acerbo LA GRANDE STRADA AZZURRA, Gillo Pontecorvo fa un notevole passo avanti realizzando una pellicola di grande onesta' e impegno civile. KAPO', realizzato solo un anno dopo IL DIARIO DI ANNA FRANK di George Stevens, mi risulta essere uno dei primi film sui lager nazisti e l'olocausto ebraico, anche se il discorso sulla Shoah resta un po' in disparte. Si narra la storia di Edith, un'adolescente ebrea di Parigi, che viene deportata in un campo di concentramento con i suoi genitori. Si salva la vita grazie a un medico di buon cuore che gli cambia l'identita' con quella di una ladra morta da poco di nome Nicole, anche se vedra' con i suoi occhi i propri famigliari senza abiti condotti verso le camere a gas. Verra' trasferita in un altro campo con detenute comuni e dissidenti politiche. Qui per sopravvivere si prostituisce alle SS, fino a diventare una cinica e spietata Kapo', aguzzina delle sue stesse compagne. L'incontro con Sasha (Laurent Terzieff) un giovane prigioniero dell'Armata Rossa, gli fara' capire il vero valore della vita, non solo della sua, ma anche di quella del prossimo. Sceneggiato insieme a Franco Solinas, Pontecorvo ricostruisce un'ambientazione autentica che mette i brividi, con una fotografia in bianco e nero tra il neorealismo e il cinegiornale, stile che utilizzera' anche nel successivo e straordinario LA BATTAGLIA DI ALGERI. Qualche caduta di tono nella seconda parte a causa di un eccessivo sentimentalismo, ma si tratta di difetti veniali. Fondamentale la protagonista, la bellissima Susan Strasberg, un'attrice che potrebbe recitare anche solo con lo sguardo o con gli occhi e che ci regala un'interpretazione intensissima e sofferta, caratterizzando in maniera credibilissima la metamorfosi di una ragazzina timida ed educata che l'istinto di sopravvivenza trasforma in una creatura senza sentimenti. Ottimo anche il resto del cast, con in testa la bravissima Didi Perego, peccato solo che il suo personaggio esca di scena troppo presto. Finale tragico e struggente.
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