Durante l'ultima guerra Edith, adolescente ebrea, viene internata in un lager nazista dove vede morire i propri genitori. L'odio e la disperazione la spingono a prostituirsi freddamente ai suoi aguzzini. Arriva perciò a tradire i compagni e a diventare una "kapò", cioè una sorvegliante.
Note
Certamente non il film più persuasivo di Pontecorvo, in cui la denuncia della tragedia dei campi di sterminio scivola a poco a poco su toni del facile sentimentalismo. Un sensazionalistico carrello che spettacolarizza la morte di un personaggio fece gridare allo scandalo alcuni critici francesi, tra i quali il regista Jacques Rivette.
Lo vidi ancora ragazzo, e mi disturbò molto, mi angosciò tanto. Ora che mi sono documentato bene su quel periodo mostruoso, ho - credo - intuito, ciò che Pontecorvo voleva trasmettere, per non dimenticare, appunto.
Pontecorvo propone una pellicola spasmodica, in cui la veemenza dell'effigie è evidente, e i movimenti di macchina ne risaltano una sinistra spettacolarità. L'intreccio sentimentale, invece, è vicino alla feuilleton (però non disturba).
E' uno spaccato sul mondo dei campi di concentramento che mette i brividi, tanto che ancora una volta ci si chiede come l'uomo abbia potuto mettere in opera qualcosa di cosi mostruoso e disumano. Tuttavia il film è molto più di questo. E' uno studio sull'animo umano e su come la persona reagisce ed eventualmente cambia quando è costretta a vivere in quei luoghi di orrore. In… leggi tutto
La metamorfosi di Edith/Nicol nell'inferno di un lager nazista.Come far venire fuori il male che alberga nel cuore di ognuno in una prigione vista come luogo ultimo in cui il confine tra umanità e bestialità è talmente labile da sembrare scritto sulla sabbia.La cattiveria per riuscire a vivere è soprattutto istinto di conservazione e questo a parer mio… leggi tutto
E saperle nuovamente aiuta a capirle meglio, ritrovandole. A proposito di “la Zona d’Interesse” non mi viene in mente nient’altro che nulla. Ovvero: questo. Non è lecito, né…
Dopo il (vagamente) Viscontiano ma ancora acerbo LA GRANDE STRADA AZZURRA, Gillo Pontecorvo fa un notevole passo avanti realizzando una pellicola di grande onesta' e impegno civile. KAPO', realizzato solo un anno dopo IL DIARIO DI ANNA FRANK di George Stevens, mi risulta essere uno dei primi film sui lager nazisti e l'olocausto ebraico, anche se il discorso sulla Shoah resta un po' in disparte.…
Carissimi coutenti, mi sento in dovere di ringraziarvi tutti per l’inaspettata adesione a quella che normalmente si dovrebbe definire recensione ma che, nel caso specifico, sarebbe più opportuno ritenere…
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Commenti (4) vedi tutti
Lo vidi ancora ragazzo, e mi disturbò molto, mi angosciò tanto. Ora che mi sono documentato bene su quel periodo mostruoso, ho - credo - intuito, ciò che Pontecorvo voleva trasmettere, per non dimenticare, appunto.
commento di Roberto MorottiPontecorvo propone una pellicola spasmodica, in cui la veemenza dell'effigie è evidente, e i movimenti di macchina ne risaltano una sinistra spettacolarità. L'intreccio sentimentale, invece, è vicino alla feuilleton (però non disturba).
commento di Stefano LNiente di meglio per celebrare il "Giorno della Memoria".
commento di moviemanUn film per non dimenticare sulle atrocita' dell'olocausto…
commento di Ramses72