Regia di Carlo Carlei vedi scheda film
Il film su Massimo Teglio, personaggio realmente esistito, un quasi Oskar Schindler italiano. Teglio, impersonato da Castellitto, nacque a Genova nell'anno 1900. Figlio di un inscatolatore di pesce di famiglia di ebrei tefarditi, fu un pilota amico di Italo Balbo, con il quale partecipò a esibizioni di volo a Tripoli, organizzate dall'allora governatore della Libia italiana.
L'amicizia con Balbo gli pemette attraverso protezioni influenti di salvare la vita di centinaia di ebrei condannati ai campi di concentramento.
Nonostante sia sotto ogni aspetto un film realizzato per la TV, il lavoro non è avaro di emozioni importanti e Castellitto (guarda caso nato sotto lo stesso segno solare-Leone-di Massimo Teglio) riesce ad interpretare al meglio la volontà ed il coraggio in azione, nell'atto di proteggere e salvare almeno in piccola parte quell'umanità condannata da un destino tragico.
L'eterna lotta fra bene e male non scevra da qualche ammiccamento manicheista (ben evidente nel dialogo finale con la figlia Nicoletta) viene messa in auge in questo piccolo capolavoro che porta alla luce domande mai risolte. E' possibile che i demoni del male si trasferiscano dai carnefici alle vittime, in una sorta di transfert postumo? In ogni caso due ore spese bene, dove la coscienza presente in ogni essere umano, viene risvegliata e scossa anche negli animi più appesantiti.
Ogni film sulla Shoah è importante, ma ancora più importante è ricordare coloro che si sono messi in gioco per salvare vite altrui.
Come diceva Alain Delon "leggo spesso di biografie di personaggi celebri la cui vita ha avuto un senso...". Ed è proprio questo il senso di questo lavoro, ricordarci che siamo esseri di passaggio che possono trovare nella solidarietà quel senso della vita martirizzato dal materialismo dilagante nel quale oggi siamo purtroppo immersi.
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