Regia di Antonello Grimaldi vedi scheda film
Fortunatamente c'è Moretti a risollevare le sorti di un film anonimo, anche se talvolta le scemenze che è costretto a dire o fare lo mettono pesantemente in imbarazzo. Sembra come se le idee che non c'erano fossero state sostituite arbitrariamente da qualche trovatina estemporanea di sicuro effetto: un bestemmione senza ragione alcuna a metà film, una scena di sesso che ha poco da invidiare a un porno nel finale. E dopo lo scalpore iniziale in effetti è rimasto poco di questo film. La storia ha più buchi di un colapasta: nessuno spiega con precisione perchè la moglie si suicidi; Moretti si dimentica del lavoro per mesi e per questo rischia la promozione; l’amico Jean-Claude introduce un filone interessante e godibile, creando il mistero attorno alla sua presunta follia (o è la moglie a soffrire la sindorme di Tourette?) e improvvisamente viene epurato dal film; la maggior parte dei personaggi sono buttati dentro al film davvero a caso, hanno caratterizzazioni minuscole, non dicono nulla di importante e ne sono a un certo punto estromessi. Talvolta la situazione diviene irritante.
Un affermato manager di mezza età rimane di colpo vedovo, con figlioletta a carico. Pur non eccedendo in manifestazioni esteriori, dentro di sè è sconvolto; comincia quindi a trascurare il lavoro fino ad abbandonarlo completamente, per rimanere tutta la giornata nel parchetto davanti alla scuola elementare della figlia. Qui lega con alcuni scialbi passanti e riceve anche la visita dei colleghi e dei suoi superiori, che ammirati per l'operato che sta svolgendo gli offrono una promozione ai vertici. Poi va un weekend al mare e si bomba una.
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