Regia di Jon Favreau vedi scheda film
Tony Stark, brillante inventore e titolare di una multinazionale di armamenti, viene rapito in Afghanistan e salvato in corner grazie a un alimentatore collegato al cuore. Per scappare dalla prigione si costruisce un’armatura a propulsione, e diventa Iron Man. Ma l’esperienza lo cambia: da incosciente guerrafondaio decide di mettere il proprio talento al servizio della pace. Facendo infuriare il socio, che trama nell’ombra. Dall’originaria guerra di Indocina ai conflitti cari al Presidente Bush: il passaggio dal fumetto al cinema di uno dei personaggi meno esaltanti dell’epopea Marvel è tutto sommato dignitoso. Merito prima di tutto del cast: Robert Downey Jr. è un attore con la A maiuscola, e il cattivo Jeff Bridges è perfino superbo. Che c‘azzecchi il regista di Swingers Jon Favreau (nel film è l’autista della Rolls di Stark) risulta però poco chiaro, così come i dialoghi a volte imbarazzanti e la sostanziale mancanza di ritmo della prima parte. Ma non è che l’inizio, e come dice l’amico di Tony, Jim Rhodes (Terrence Howard), guardando l’armatura del futuro War Machine, «sarà per la prossima volta», occhieggiando al sequel già in cantiere. Interessante comunque il tentativo di inserire in un fumettone la riflessione sulla tecnologia, vero scettro del potere dei tempi che corrono.
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