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Iron Man

Regia di Jon Favreau vedi scheda film

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La recensione su Iron Man

di mc 5
8 stelle

Non so fino a che punto le due premesse che sto per fare siano fondamentali ai fini del mio giudizio sul film, ma ritengo comunque doveroso esternarle. A) la mia famigliarità con l'universo-Marvel e coi suoi personaggi (piu' o meno supereroici) è prossima allo zero, per cui mi scuso in anticipo se il mio linguaggio potrà apparire inadeguato o se saranno rilevabili imprecisioni. B) rimango sempre dell'idea che andare a pescare idee e personaggi dal campo dei fumetti sia un segnale della tremenda crisi di idee che travolge quei disgraziati degli sceneggiatori americani, i quali affrontano il problema in questo modo: o vanno a rovistare fra i vari "Capitan America" oppure mettono in scena la solita commediola degli equivoci fra un "lui" e una "lei" (di queste insopportabili cazzatine coi fidanzatini che si fanno i dispettucci ce n'è una marea in arrivo sugli schermi dagli USA, bleah!!). Chiarito dunque che siamo di fronte all'ennesima operazione commerciale che coincide con la riproposizione di un noto personaggio del mondo delle strisce disegnate, bisogna però dire che questo "Iron man" mi ha consegnato un personaggio davvero singolare, con caratteristiche che lo differenziano da tutti suoi "colleghi". Forse sarà quel tono in certi momenti un pò da commedia sofisticata, o forse, chissà, saranno quegli inconsueti scenari di guerra da cui prende avvio la vicenda. Sarà la caratterizzazione del "cattivone" di turno che non possiede quella cupezza dark dei personaggi (per intenderci) di una Gotham City. Saranno le schermaglie da timidi innamorati inconfessati fra Tony Stark e la sua assistente-segretaria. Ma piu' probabilmente a far brillare l'opera di una luce "diversa" è la scelta del protagonista, un adeguatissimo e formidabile Robert Downey jr., nelle vesti di Tony Stark, cinico magnate della piu' potente industria bellica americana che ad un certo punto ha una folgorazione e sceglie di attuare una riconversione in chiave filantropica dell'azienda di famiglia. Cioè praticamente l'uomo reso ricco, famoso e potente dalla produzione e commercializzazione di armi, diventa colui che ne combatte l'uso, contrastando ogni idea di guerra. Il Male che si trasforma in Bene. All'inizio del film Stark, mentre si trova in una zona "calda" a promuovere la propria produzione, cade prigioniero in mani nemiche e questa sconvolgente esperienza lo forgia e ne fa un uomo nuovo, le cui mosse sono improntate ai valori dell'etica anzichè a quelli degli affari economici. Verrebbe da dire che si tratta del Perfetto Eroe Democratico. Wow. Fermo restando che la pellicola racchiude un ovviamente condivisibile messaggio anti bellico (pacifismo sarebbe termine troppo hard...) è però evidente che si tratta di enunciazioni e di principi etici piuttosto banali, di contrapposizione Bene-Male piuttosto elementare ed ovvia. Per fortuna la vicenda è supportata da prodigiosi effetti speciali che rendono possibili prodezze soprannaturali di ogni tipo. Ma il supporto primario arriva da un trio di bravissimi attori. Una ritrovata e gradevole Gwyneth Paltrow. Un Jeff Bridges, calvo e con la barba bianca, quasi irriconoscibile: il vecchio Jeff "Lebowsky" torna dunque in pista, dopo anni in cui la sua stella aveva brillato un pò a fasi alterne. Ma la vera superstar è lui, Robert Downey jr., sorta di araba fenice ricostruita sulle proprie ceneri: Downey, come è noto, ha vissuto qualche anno fa un momento umanamente molto brutto, in cui i fantasmi di una volontà autodistruttiva si erano impossessati della sua mente; ma da lì il nostro, con intelligenze e tenacia, ha saputo ripartire verso un futuro artistico luminoso, tanto che oggi è uno dei divi piu' richiesti di Hollywood. Ma evidentemente in lui, oltre al talento professionale, albergano anche la genialità e la curiosità intellettuale, desumibili da alcune sue scelte artistiche non esattamente facili od ecumeniche: il tossico paranoico di "A scanner darkly" oppure il mostro peloso di "Fur"...per non parlare poi di "Guida per riconoscere i tuoi santi", la cui messa in scena prese le mosse proprio dalla volontà personale dell'attore. Anzi, a questo punto diciamola tutta: poderosi effetti speciali a parte, il film in sè non è qualcosa di indimenticabile, forse anche per via di una regìa non troppo personale; ma ciò che eleva la pellicola a livelli ben piu' che dignitosi è proprio la vivacissima personalità artistica del suo protagonista. Adesso però da Downey è lecito attendersi altre prove piu' impegnative sul piano della qualità, sperando che tanto talento non venga sprecato solo in roboanti blockbuster. Da segnalare (ma ormai è una consuetudine nei film sui supereroi Marvel) il solito cammeo del mitico Stan Lee. E degno di nota poi il fatto che la Marvel, dopo che nei casi precedenti aveva venduto i diritti alle varie majors, stavolta ha prodotto direttamente il progetto, assieme alla Paramount. In definitiva: pellicola gustosa, ricca di humor, con effetti speciali stratosferici, ma pur sempre un giocattolone hollywoodiano. Un tipo di cinema che, personalmente, mi ha un pò stufato. Naturalmente, ma non ci sarebbe nemmeno bisogno di aggiungerlo, trattandosi di operazione commerciale pianificata e di vasta portata, ci tocca prepararci già al sequel.
Voto: 7

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