Regia di Paolo Taviani, Vittorio Taviani vedi scheda film
Rimanendo fedeli alla materia di partenza tanto quanto alla loro poetica, i Taviani realizzano un film suggestivo, raffinato, recitato benissimo e dal forte respiro poetico, che illustra e racconta la Sicilia con sguardo realistico ma al contempo intimo e nostalgico. Non tutti gli episodi sono eccellenti, ma si tratta comunque di un grande film.
I fratelli Taviani, profondamente consapevoli dell’inestimabile valore artistico con cui si confrontano, traspongono le Novelle per un anno di Luigi Pirandello senza mai tradire lo spirito del testo originale ma al contempo rimanendo coerenti con la propria poetica, oltre che rigorosi dal punto di vista filologico: il risultato è un’opera pervasa da un meraviglioso senso poetico accentuato dalla potenza espressiva della fotografia, dalla bellissima colonna sonora e dalla straordinaria bravura di tutti gli attori, che fanno della gestualità quasi teatrale la loro carta vincente. Lo sguardo verista delle novelle è perfettamente reso dalla raffinatezza stilistica dei Taviani e, soprattutto, dall'episodio che racconta l'importantissimo avvenimento storico dell’immigrazione da parte degli italiani del Sud verso gli Stati Uniti, elemento da cui gli autori sviluppano una riflessione sulle condizioni disumane dei ceti sociali meno abbienti all’inizio del secolo scorso che, nel terzo e nel quarto racconto, sfocia nella denuncia sociale, a tratti irrisolta, rivolta ai latifondisti e alla classe dirigente. L’ultimo episodio, il più onirico, è l’unico non adattato da un testo letterario, eppure risulta il più pirandelliano per come illustra la Sicilia con lo sguardo intimo e sentito dello scrittore nei confronti della sua terra d’origine, di cui riscopre le innumerevoli bellezze attraverso gli occhi della sua defunta madre. Così, come Pirandello rivisita la sua terra rievocando i ricordi del passato con tono nostalgico, i fratelli Taviani, attraverso il corvo, la scompaginano in tutti i suoi aspetti con sguardo (giustamente) distaccato e realistico. Pur nella sua inevitabile discontinuità da un punto di vista dell'efficacia espressiva, tallone d'Achille di moltissime pellicole a episodi, Kaos rimane pur sempre un grande film e, dopo La notte di San Lorenzo, un'ulteriore conferma del talento dei due fratelli toscani, tra gli autori italiani più ragguardevoli e significativi della generazione post-neorealista. Voto 8
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