Regia di Paolo Taviani, Vittorio Taviani vedi scheda film
Ritrovare un film come Kaos, ed averlo ricercato dopo la visione dell'ultimo film dei Taviani è stato un piacere riscoperto con vera gioa, diciamo che siamo sul filo della cortina di ferro del cinema bello che loro hanno fatto e con piacere abbiamo guardato, e fortunatamente essendo cinema lo possiamo rivedere. Si una bella riscoperta nel senso che l'ho apprezzato molto di più ora, anche se alla sua uscita mi era piaciuto. Mi è sembrato di coglierne più l'essenza del racconto, della rappresentazione della musicalità di cui i racconti vivono e non solo per il commento bellissimo di Piovani; una scelta di racconto dell'amato Pirandello fatta in maniera quasi programmatica ed insolita, escluso la scelta de La Giara, che comunque ha un discorso che si allarga ed esula, in parte, da quello originale. Kaos è il titolo del film che deriva da una distorsione, ma con significato analogo, del nome di una località dove Pirandello è cresciuto e che il padre tentò di cambiare con quello di Lina, nome di un'altra figlia, ma il tentativo non resse a quella che era la fantasia storica del nome e quello rimase. Si parte quindi da un nome che racchiude il mondo della nascita ed in parte della prima formazione del drammaturgo e scrittore, per finire poi sempre in ambito familiare con il Colloquio con la Madre, che prende solo spunto da un racconto Il Viaggio. L'ambientazione, escluso in parte la La Giara che è più definita, è quella della campagna e montagna siciliana, quindi luoghi all'aperto, panorami anche aridi, ma bellissimi, dove si fondono grandi spazi a vedute, quasi fisse, di Donnafugata e la cattedrale di Ibla a Ragusa, una mescolanza, una cosa a sé è l'ambientazione nell'isola della pece ( penso che sia l'Isola di Lipari, se non sbaglio), che ha una sua magia specifica del racconto e della rappresentazione. Siamo ancora da parte dei registi in una fattispecie di racconto rurale, asciutto nella recitazione, ma sensibile nei suoi significati, una racconto quasi fiabesco come fatto da un bambino e cioè con l'occhio incantato e fantastico immerso nella realtà, una tonalità che conosciamo bene dalla filmografia dei Taviani a che li hanno caratterizzati, fino a quando non sono svaniti nella voglia di qualunquismo intellettuale in cui le loro opere sono cadute portandoci ad esempi davvero incredibili, per me quello che più ha inciso è stato Le Affinità Elettive, che è stato un vero e proprio disastro di rappresentazione e pensiero, mai pensato che potesse accadere ai due fratelli e da qui tutto il resto in caduta libera. Tornando al film, gli episodi si legano benissimo fra di loro, oltre che per Il Corvo che serve come filo rosso, originale pensiero pseudo pirandelliano, per timbro civile e quasi epico che avvolge i racconti, che vengono accompagnati da una poetica di racconto particolare, timbrata proprio dal recente scomparso Tonino Guerra, collaboratore alla sceneggiatura, di cui si intravedono perfettamente le tracce e la musicalità magica nel racconto. L'Altro Figlio con delicatezza affronta un episodio di violenza e di accettazione, in maniera figurativamente valida e bellissima, uscendo fuori dalle parole, ed entrando benissimo nel mondo delle immagini. La Lozano riesce a farci percepire con la sua follia non esibita il dramma di una violenza estrema e mai perdonata con quello di un istinto materno trattenuto e negato più a sé stessa che al figlio; ambientazione che sa di magico che ci riporta a Donnafugata, dopo l'esperienza viscontiana che però non fu mai ripresa in questo castello, con l'immagine di un Garibaldi che passa solitario e con la bandiera italiana fra le mani. Mal di Luna è un episodio più intimo e con una variazione finale che rientra nella tematica voluta dai due fratelli, che la rende molto più sensibile ad un gusto quasi romantico e con una pietas commovente. Le conseguenze di un passato derivate da una madre e che vengono risolte con la presenza di un terzo, e questo terzo riuscirà a liberare anche la forza che la madre esercita sulla figlia, quindi la dimostrazione come la figura di una padre sia necessaria nella famiglia. Requiem è l'episodio tolto nella distribuzione cinematografica delle sale italiane ( in quella francese sarà la La Giara), dicono per ragioni di tempi troppo lunghi, ed invece la sua mancanza ha nuociuto all'operazione nel suo insieme, in cui è fortemente inserito; certamente si sentono nella storia i sentimenti politici dei due autori, ma che vengono fusi con una poetica delicata, che non attenua la denuncia, ma la fa rappresentare in maniera cinematograficamente giusta. Con La Giara il racconto si fonde con l'atto unico di Pirandello e vengono inseriti in maniera formidabile Franchi ed Ingrassia, dimostrando le loro qualità di grandi attori in maniera, forse, mai provata, se si esclude la loro, partecipazione al Pinocchio di Comencini, o all'episodio di Pasolini, sfruttati però anche nelle loro prerogative più evidenti e conosciute. Il racconto è delicato e reso cinematograficamente valido, aggiungendo alla storia un colore come di ballata popolare molto efficace, con la presenza, anche qui, del fattore Luna. L'epilogo finale è bellissimo, di una poesia di contenuti ed immagini davvero unica. L'incontro con la madre ormai morta, ma che il bisogno di ritrovarla nella maturità della vita è più che impellente,il richiamo di una presenza di fronte a quello che siamo diventati per metterlo a confronto di un giudizio diverso da quello che era quando eravamo ancora in famiglia, a cui si aggiunge il racconto del Il Viaggio, che sa di magia vera e propria con le scene della pomice.
Quattro novelle più due aggiunnte di corrnice, ma davvero mirabili
Piovani fa davvero dei miracoli in ogni episodio, delle musiche da avere, ed infatti le sto cercando
Una grande esempio del loro cinema, ma anche del cinema in generale
Una grande esempio del loro cinema, ma anche del cinema in generale
I Taviani l'hanno scoperta in pieno con La Notte di San Lorenzo, e qui è davvero grande
Attgore toscano sensibile ne Il Mal di Luna è bravissimo
Nel ruolo di Saro, in deu episodi, attore che al cinema rendeva bene, in Tv poco
Un'attrice che aol cienma medritava di più , qui la possimao gustare in Mal di Luna
Nessuno si aspettava un ruolo ed un interpretazioen come questa
Perfetto anche fisicamente
Qualsiasi personaggio faccia lo assimila alla perfezione
Attrice sensibile, conosciuta molto con De Filippo, la sua Filumena è davvero ragguardevole, ha cercata di copiarla anche la Scicolone con scarsa fortuna, qui nel ruolo magico dcella madre di Pirandello
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