Regia di Paolo Taviani, Vittorio Taviani vedi scheda film
Spesso attaccato dalla critica come film calligrafico e poco sentito, "Kaos" resta l'ultimo film veramente riuscito, in ordine di tempo, dei fratelli Taviani. Suddiviso in episodi basati su varie novelle di Pirandello, questo film è un esempio di quel «realismo lirico» (Giovanni Grazzini) che ha caratterizzato le opere migliori dei due fratelli toscani. Com'è ovvio, non tutti gli episodi sono dello stesso livello ed ottengono la stessa riuscita. Il più debole è il primo, troppo giocato su un'attrice (la Lozano, di buñueliana memoria) che tende a prevaricare il compito assegnatole. Al secondo e al terzo segmento garantisce la riuscita, più che la trama o lo stile, la bravura degli interpreti, in "Mal di luna", in particolare, di un eccezionale Bigagli, che sembra uscito da un dipinto dei Macchiaioli o di Rosai, e di Enrica Maria Modugno, sensuale come mai più nella sua carriera. In "La giara", invece, Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, dimostrano, ancora una volta, di poter recitare anche in film diversi dalle parodie che li avevano portati in auge negli anni sessanta e settanta: i due attori siciliani si rivelano migliori dell'episodio in sé. Gli ultimi due episodi sono, a mio parere i migliori: "Requiem" - purtroppo tagliato nella versione che passò al cinema - come esempio lampante di quel realismo lirico di cui parla Grazzini, e dove Pirandello va a braccetto con Verga nel portare la Sicilia nella grande letteratura europea (ed i Taviani sono bravi a sottolineare questa componente) e "Colloquio con la madre", dove è messo in scena uno struggente dialogo dell'anziano drammaturgo con l'ombra della madre morta, e dove un sobrio Omero Antonutti fa a gara di bravura con il bravissimo Massimo Bonetti, il quale ha un paio di espressioni che valgono una carriera d'attore.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta