Regia di Benedek Fliegauf vedi scheda film
Opera d’esordio interessante per il regista ungherese dell’accattivante Womb del 2010, uscito velocemente nelle sale non molti mesi addietro. Fliegauf riprende il volto e poco altro di alcuni personaggi slegati tra di loro, alle prese con problematiche o situazioni curiose e/o stravaganti legate alla quotidianità o comunque corollario di una vita ordinaria di lavoro o di normali momenti di svago o relax. Con un certo tocco di sadico compiacimento la mdp non si scosta mai molto dal volto del o dei protagonisti di ogni storia, che come sotto un indiretto interrogatorio si aprono a confidenze sempre più intime, personali, talvolta imbarazzanti o scandalose, dalle quali emerge una umanità che solo apparentemente si uniforma alle regole di una esistenza a questo punto imposta e difficile da seguire fino in fondo. A volte, in certe bizzarre situazioni, non si capisce neppure bene di cosa si stia parlando o quale sia l’oggetto della discussione che impegna il singolo protagonista. Questo e anche una certa neanche troppo celata malizia di fondo rendono il piccolo film interessante e a tratti persino accattivante nello scoprire le più recondite perversioni che si annidano anche negli animi apparentemente più innocenti ed indifesi. Attimi quasi horror con il protagonista che guarda la mdp, come per rendere complice quel voyeur dello spettatore, testimone prezioso e ormai intimo di segreti inconfessabili. Poi, alla fine, con una tecnica quasi “kieslowskiana”, il regista riunisce tra una folla di un centro commerciale quasi tutti i suoi bizzarri protagonisti che ormai, mischiati in una moltitudine informe e sfaccettata, riprendono possesso di quella piatta normalità da cui in realtà poco prima si erano scostati, manifestando all’occhio privilegiato dello spettatore tutto l’evolversi del loro malessere, della loro insana follia, dell’inquietudine e delle pulsioni più sordide che si annidano dentro persone apparentemente come tante altre.
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