Regia di Tobe Hooper vedi scheda film
Il film trova tutta la sua forza in un montaggio impegnato e disturbante che riflette il tema della psichedelica "danza dei morti" del titolo. Dunque anche la regia è buona, ma dopo breve si può iniziare a notarne i meccanismi, gli artifici e i trucchi. La storia, sebbene si possa definire originale, non è molto interessante, soprattutto durante le battute iniziali, per poi avere un discretto picco positivo sul finale. Le atmosfere post-apocalittiche sono ben rese ed efficaci nel trasmettere la malinconia, miseria e sciagura di una società andata allo sbando. La pellicola offre vari spunti di riflessioni morali, dalla guerra alla droga passando per la promiscuità e la violenza, ma senza affrontarne veramente nessuno. Ne risulta un put pourri pacchiano in cui il tema ad emergere vincitore sugli altri è quello familiare, l'unico veramente in grado di colpire ed emozionare/inquietare (la madre che abbondona/tradisce una figlia e il mancato-perdono/vendetta della sorella di quest'ultima).
Englund è meraviglioso come sempre (in generale tutti gli attori sono stati essenzialmente bravi) ma si percepisce che sta praticamente interpretando un Freddy Krueger senza ustioni. Ma va bene, ci piace così.
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