Regia di Gabriele Salvatores vedi scheda film
David Riondino, Silvio Orlando, Antonio Catania, Paolo Rossi, Bebo Storti, Claudio Bisio, Gigio Alberti ed anche, in parti minori, Aldo e Giovanni (del trio manca solo Giacomo), Diego Abatantuono e lo stesso regista: il mondo di Salvatores è tutto racchiuso in questi nomi, che sono quelli degli attori di questo film, ma anche i più presenti nella filmografia del regista ed innanzitutto i compagni di gavetta nei lunghi anni impegnati a perfezionarsi, in cerca dell'occasione della vita. E proprio l'occasione della vita è il tema ricorrente in tutto Kamikazen, un salto nel vuoto, una possibilità concessa dal destino, l'evento atteso da sempre e capace di sconvolgere - si presume in meglio - le vite dei protagonisti. Belle caratterizzazioni, presumibilmente ricche di spunti autobiografici, in un fiume di (auto)ironia che scorre impetuoso lungo tutta la storia; il cast è d'altronde davvero buono (nonostante l'ingresso finale di Mara Venier, proprio lei!, peggiori sensibilmente la media) e la vivace interpretazione di Rossi è probabilmente la migliore nel mucchio. Sceneggiatura di Salvatores ed Enzo Monteleone su una commedia teatrale di Trevor Griffiths. Scanzonate, venate di jazz le musiche di Fred Bongusto. Morale: quant'è dura fare ridere; come divertissement funziona, ma pecca forse di eccessivo egocentrismo (lo sguardo non va oltre le problematiche personali, non va oltre il mestiere del comico, non va oltre Milano), dimostrando comunque che Salvatores può crescere: e lo farà. 5/10.
Sei comici non più giovanissimi ed un agente inaffidabile; quest'ultimo propone al sestetto una serata davanti a dei talent scout televisivi per la modica cifra di 100 mila lire. Ognuno dei sei tentenna, i problemi personali si sommano ai dubbi, ma alla fine accettano. Ed i talent scout ci sono per davvero.
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