Regia di Frank A. Cappello vedi scheda film
Un giorno di ordinaria paura e delirio a Los Angeles, con trucchi un po’ digitali e un po’ alla Gondry. Un incrocio di influenze rischioso, che Frank A. Cappello, assente dalla regia da oltre dieci anni, trova solo occasionalmente modo di maneggiare. Eppure c’è anche del buono, oltre al solito Macy e alla bella Elisha Cuthbert, sorprende un Christian Slater autenticamente sgradevole nei panni di Bob Maconel, un impiegato frustrato le cui psicosi hanno raggiunto livelli allucinatori. Spronato dalle conversazioni con l’astioso pesce rosso di casa, Bob fantastica di fare una strage e carica la pistola in ufficio immaginando a chi destinare i proiettili. Un altro impiegato però lo precede e Bob, per autodifesa, diviene un eroe agli occhi di tutti, ma non della ragazza che ha salvato, ora paralizzata e desiderosa di farla finita. L’ironia della situazione è efficace e per un po’ sostiene il racconto, ma la satira, anche cattiva, da sola non basta e il regista si lascia prendere troppo la mano con gli effetti digitali e le distorsioni dei grandangoli, sovraccaricando il fronte visivo in modo più gratuito che geniale. La misantropia però è autentica, non si salva nessuno e un’aria sufficientemente malsana attraversa Un uomo qualunque, titolo ricalcato sulle tipiche dichiarazioni dei vicini che scoprono di aver avuto un pazzo alla porta accanto.
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