Regia di Tim Hill vedi scheda film
I Chipmunks hanno alle spalle cinquant’anni di carriera, una nutrita discografia che gli è valsa alcuni Grammy (per le originali tecniche di Sound Editing del loro creatore Ross Bagdasarian) e due serie televisive, la più famosa delle quali durata sette anni (1983-1990). Il film, tolti gli effetti speciali di buona fattura, sembra gravitare ancora in zona televisiva, vuoi per il cast dominato da Jason Lee di My name Is Earl, in veste di padre-manager dei tre animaletti, vuoi perché le coreografie e il pubblico dei Chipmunks paiono usciti da Junior Tv e sono francamente imbarazzanti. I più piccoli si agiteranno alle canzoncine dei roditori canterini, e occasionalmente rideranno per qualche gag, ma un pubblico sopra i dieci anni troverà poco di interessante nella loro scalata al successo. Il discorso sull’industria discografica come fabbrica di fenomeni buoni per vendere di tutto meno forse i dischi, considerati alla stregua di un prodotto di lavorazione, non sarebbe nemmeno male, ma pare una satira quasi involontaria e non affonda mai. Oltretutto il tema natalizio della pellicola la fa sembrare un fondo di magazzino delle feste, come se i distributori avessero riciclato un regalo indesiderato.
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