Regia di Robin Swicord vedi scheda film
Un film di “parola”, non v’è dubbio. In cui l’azione cede il passo al dialogo, e soprattutto alla saggezza letteraria. Ma il cinema, si sa, non è letteratura, e alla lunga la storia dei membri del club - travolti dall’amatissima Jane Austen - annoia, affliggendo lo spettatore con discussioni che sembrano non finire mai. Sei personaggi, che questa volta non sono in cerca d’autore. Sei libri di Jane Austen. Sei storie che s’intrecciano nel corso di sei interminabili mesi. Bernadette è una cinquantenne dallo spirito libero che si è già sposata sei volte, mentre Jocelyn dichiara di non essersi mai innamorata. Sylvia è stata tradita e sua figlia Allegra ama con grande drammaticità. E se Prudie è una giovane insegnante di francese nevrotica, Grigg - l’unico maschio del gruppo - si avvicina alla Austen solo per amore. L’idea potrebbe apparire originale: presente e passato letterario si incontrano, e le storie contemporanee trovano echi, anticipazioni e avvertimenti nella lettura di testi ottocenteschi. Oggi come ieri, pare che riguardo alle questioni di cuore nulla sia cambiato. Neppure al cinema però, luogo sospeso dove si augura ancora “buona visione”. Non “buona lettura”, non “buon ascolto”.
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