Regia di Frank Darabont vedi scheda film
Da dove arrivano le strane e terribili creature antropofaghe che popolano la nebbia che improvvisamente avvolge una cittadina del Maine? Un gruppo di persone trova rifugio in un supermercato assediato dai mostri e minato all'interno dal fanatismo religioso che comincia a serpeggiare nella piccola comunità improvvisata. Comincia così una disperata lotta per la sopravvivenza... come si concluderà? Tratto da un racconto di Stephen King contenuto nell'antologia "Scheletri" dell'ormai lontano 1985, "The Mist" è un passabile horror di impianto tradizionale, probabilmente maggiormente interessato a scandagliare il mistero dei rapporti umani e la regressione psicologica di ciascuno di noi di fronte all'ignoto, piuttosto che spingere sul pedale della paura fine a sé stessa. Dopo lo splendido "Le ali della libertà" e l'ambizioso (e interminabile) "Miglio verde", Frank Darabont torna a trasporre per il grande schermo un'opera di Stephen King: il tocco dello scrittore di Bangor è abbastanza percepibile ed è curioso notare come gli scritti di quello che fino a una ventina di anni fa era considerato l'alfiere del "nuovo" horror, oggi hanno un sapore piacevolmente classico e "retrò", quasi rassicurante rispetto alla deprecabile moda imperante dei "torture porn". "The mist" non è un capolavoro ma, tutto sommato, intrattiene piacevolmente e, pur non stupendo per gli effetti speciali fin troppo "cartooneschi" e pur non offrendo chissà quali spaventi, riesce a mantenere abbastanza alta la tensione fino ad un finale beffardo e amarissimo. Cast vario ma non particolarmente eclatante: Thomas Jane ha fondamentalmente due sole espressioni (una aggrottata e una ancora più aggrottata), Laurie Holden se la cavicchia, bravi Toby Jones e Marcia Gay Harden, tanti volti abbastanza anonimi sullo sfondo. Onesta la regia di Darabont (anche autore della sceneggiatura), ma forse due ore di durata sono un po' troppe. Tre stelle.
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