Regia di Frank Darabont vedi scheda film
Ancora una volta una nebbia foriera di mostri.Una strana nebbia cala all'imporvviso su una sonnecchiosa cittadina del Maine e all'interno del supermercato ci si accorge che quella nebbia uccide.Con il film di Darabont,superbo orchestratore di spazi chiusi,siamo all'eterna questione dell'horror:meglio mostrare l'orrore nella maniera più dettagliata possibile grazie ad effetti speciali sempre più elaborati(strada presa dalla quasi totalità dell'horror moderno) oppure evocare,suuggerire l'orrore,senza mai mostrarlo?The mist è proprio in mezzo al guado,colpevolmente.A una prima parte carica di paura e di inquietudine perchè non si sa quale sia la fonte di morte(piuttosto efficace),succede la visualizzazione di tentacoli,aracnidi,essseri volanti vari ,macchinosi nei loro movimenti,in una computer grafica dal sapore un po'vecchio.E questa è sicuramente la parte meno efficace e nobile del film:le creature più che suscitare orrore suscitano repulsione come tutte le creature viscide o con troppe zampe.Darabont quasi butta via queste sequenze,le tratta come se fossero un pegno da pagare per gli spettatori in cerca di facili emozioni.Le gira come le avrebbe girate un mestierante qualsiasi,quasi scivolano via come i tentacoli sul pavimento.Poi il film comincia a prendere quota:c'è l'assedio,tematica tanto cara a Carpenter e a Romero(addirittura qui il fortino è rappresentato dal supermercato,una sorta di omaggio trasversale a Zombi),ma soprattutto c'è la variegata umanità imprigionata dentro un miscrocosmo prigione.Al regista,autore di notevoli film carcerari,interessano soprattutto le dinamiche emotive dei personaggi,getta uno sguardo inquieto ed inquietante sulla capacità di manipolare pensieri e coscienze(la predicatrice/catecumena/integralista cattolica Marcia Gay Harden che attira dalla sua parte la maggior parte delle persone),di far venire fuori la faccia oscura della psiche umana,quella totalmente irrazionale.Quelli che cercano di essere razionali,ragionevoli sono in netta minoranza.La massa è accecata dall'ideologia e dal fanatismo religioso usato per espiare chissà quali colpe.Forse proprio perchè tutti ci sentiamo un po'colpevoli di qualcosa.A prescindere.E quando la predicatrice incita ad uccidere il soldato(perchè a sua detta responsabile assieme agli altri militari della nebbia che tutti porterà via) e vorrebbe addirittura sacrificare in una sorta di rituale pagano l'unico bambino presente,il parossismo del fanatismo religioso raggiunge vette insostenibili e che mettono molta più paura dei mostri tentacolosi e zampettanti che aspettano i sopravvissuti fuori del supermercato.Accanto a questa parte centrale di indubbia efficacia in cui riconosciamo lo stile di Darabont c'è un finale disturbante da non svelare.The mist è un film double face inefficace come horror per alcune sue oggettive debolezze(e mancanza di originalità) mentre si dimostra acuto nel descrivere un microcosmo di variegata umanità.....ed è questa la parte che incute più paura di tutto il film...
efficace negli spazi chiusi,meno con sequenze con troppi effetti speciali
non particolarmente efficace
brava,disturbante
non memorabile
insomma
dai tempi di Roswell è invecchiatissimo.Aficionado di Darabont(anche ne Le ali della libertà)
anche lui invecchiatissimo da quando bazzicava le strade di Baltimora nella bellissima serie Homicide
ok
non male
non male
bravo
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