Regia di Frank Darabont vedi scheda film
Fedele trasposizione del racconto di Stephen King intitolato “Nebbia”, contenuto nell’antologia “Scheletri”.
Frank Darabont, che firma oltre alla regia anche la sceneggiatura, riesce a fare davvero un bel lavoro, eliminando 2 dei tre difetti del racconto. Elimina la scena dove il protagonista amoreggia con una sconosciuta intrappolata - come lui - all’interno del supermarker, ma soprattutto rivede il finale. Se il racconto di King offriva una conclusione sospesa, Darabont propone un finale esplicito e così cattivo che a Hollywood è raro vedere.
Non viene meno, invece, quella prolissità che contraddistingueva il racconto, ma tutto sommato la storia fila via abbastanza veloce. Il merito va senz’altro agli attori. Tra tutti è da segnalare la prova di Marcia Gay Harden: semplicemente magistrale. Niente male anche William Sadler.
Regia semplice, semplice, che regala la sua sequenza migliore quando un uomo decide di avventurarsi nella nebbia, legato con una corda tenuta dai compagni rimasti all’interno del supermercato.
I mostri (gli stessi del libro) sono messi in scena con una computer grafica non trascendentale (comunque sufficiente), con alcune creature di lovecraftiana memoria (il gigante tentacolare).
Colonna sonora e fotografia adeguate.
Qualche brivido è assicurato (specie a chi non ha letto il racconto), bello l’epilogo. Piccola curiosità: si registra una citazione a “La Cosa” di Carpenter, con la locandina ripresa in PP a inizio film. Voto: 8
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