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American Gangster

Regia di Ridley Scott vedi scheda film

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GIMON 82

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La recensione su American Gangster

di GIMON 82
6 stelle

"Nella vita o sei qualcuno o non sei nessuno"

Si pronuncia cosi' Frank Lucas,boss della droga in ascesa,simbolo di una Harlem intrisa di malavita e poverta'.Lucas rappresenta il "negro che ce l'ha fatta",un uomo al servizio di un anziano boss.Ascoltando,apprendendo,vivendo il crimine sulla pelle,Lucas fara' dell'esperienza il cardine d'un business alla polvere bianca.Gli anni 70,sono quelli scelti da Ridley Scott per ambientare il suo "capolavoro".La cinepresa è lucida,carica d'un nervosismo energico.Ambientazioni e contesti sono vivi,Scott tratta i bassifondi new-yorkesi seguendo i canoni tradizionali.Friedkin e spicchi di Lumet,nel campo lungo o nel primo piano.La new-york degradata è il perone aggiunto dell'epopea di Scott.Si scelgono percorsi di vita opposti,da una parte il criminale,dall'altra lo sbirro.Di certo non una novita' aggiunta,quante volte c'è stato al cinema l'eterno conflitto?......innumerevoli volte.Seppur tracciando un percorso netto e preciso,Scott cade sullo scoglio della "perfezione" ad ogni costo.Il "Gangsterismo" di Scott è quasi un punto d'arrivo nella sua filmografia.Opera di sicuro dignitosa,nello stilema da "grande cinema".Cast ridondante,dal boss Denzel Washington allo sbirro pulito Russel Crowe,fino alla ciliegina sulla torta Josh Brolin.La regia di Scott si affida molto a delle superbe prove attoriali.Odissea criminale e sbirresca viaggiano su binari paralleli,i personaggi fulcro non s'incontrano,tracciano il loro percorso di sopravvivenza senza incontrarsi.E' l'innovazione che manca,in "American gangster" conta molto la magniloquenza ad ogni costo.Di sicuro il film regge bene,nella costruzione corale,e negli ambienti curati.La scenografia è perfetta,come anche la fotografia.Manca pero' un anima,sotto metri di pellicola studiata a tavolino,attori al top,regia cinica e lucida,non c'è un coinvolgimento basilare."American gangster" non ha il carisma nevrotico di "Quei bravi ragazzi",nemmeno la cinefilia patinata dello "Scarface" di De Palma.I personaggi di Ridley Scott si muovono su terreni "perfetti",piacioni a priori.Manca l'anima profonda del genere "gangsteristico",seppur basato su una stroria vera,"American gangster" è infarcito di puro mainstream hollywoodiano.Il regista Scott è maestro dei generi,prima fantascientifico,storico,ora "criminale".La sua epopea in Harlem toppa pero' sul troppo garantito.Scott offre un alta regia professionale,mancando pero' dell'autorialita' che da lui ci si aspetterebbe.Il compromesso da "blockbuster" è dietro l'angolo,c'è poverta' di epica scritturale.Un vero peccato,data la storia pregna di "materiale" umano e storico.Il gangster e lo sbirro di Scott,sembrano un pacco regalo,di quelli dalla carta luccicante e seducente, che una volta aperti sono vuoti.Come un corpo senz'anima,bello ed affascinante ma povero di magnetismo.......come la Harlem "tossica" di Ridley Scott......

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