Regia di Ridley Scott vedi scheda film
“Sei un amico” di qua “sei un amico” di là…ma con la mazzetta al posto giusto, chi non lo sarebbe?
Nella più classica delle scenografie metropolitane degradate e fatiscenti (sotto ogni punto di vista) R.Scott ambienta l’eterna lotta tra il Bene e il Male, nelle (affatto) inedite vesti invertite del (rispettivamente) buon padre di famiglia che ha a cuore il benessere della sua stirpe e della sua clientela (oltrechè dei suoi affari) e del padre assente, menefreghista e impenitente fedifrago (da questo punto di vista è anomala, quindi, la coerenza di J.Brolin, ormai abbonato a vita al ruolo di cattivo). Ma è uno contrasto stridente - tra forma e sostanza - che il regista riserba soprattutto per ciò che di più sacro hanno gli americani (tolto Dio): la Patria e le Istituzioni preposte alla sua difesa. American Gangster, infatti, ha più che altro il merito di rivoltare, con estrema semplicità e naturalezza, verità morte e sepolte che molti avrebbero preferito rimanessero lì dov’erano (chi ha visto il film capirà, fuor di metafora, a quale precisa sequenza alludo). E cioè (più in generale) che all’epoca (metà anni ’70) 3/4 della polizia newyorkese (sezione narcotici per di più) era ben disposta nei confronti delle pratiche corruttive e che, anzi, un’altrettanta inclinazione alla devianza criminale aveva contagiato anche le forze armate (gli “eroi” del Vietnam). Questo è il motivo per cui vale la pena di ricordare il film. La direzione sobria, asciutta (quasi anonima), old-fashioned (rosario) di R.Scott sembra allora - in quanto funzionale a salvaguardare la “purezza” (il paradosso si perpetua) delle intenzioni di partenza - del tutto inattaccabile. Si potrebbe obbiettare, per la verità, la mancanza di ritmo (decisamente smorzato nella 1°parte), ma l’impennata finale (la sequenza dell’irruzione nel palazzo fa salire il cuore in gola e il tanto atteso faccia a faccia finale tra i 2 protagonisti - che giustamente viene paragonato a quello di Heat: petweir - ripaga la lunga attesa) annulla le poche perplessità iniziali e consegna anche American Gangster alla storia di quei gangster movies con una marcia in più.
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