Regia di Ridley Scott vedi scheda film
Con buona pace dei suoi (per la verità non pochi) detrattori, ormai Ridley Scott può a buon ragione fregiarsi del titolo di "Maestro" del cinema contemporaneo. In 35 anni il regista inglese ha attraversato i generi più disparati (dalla fantascienza alla commedia sentimentale, passando attraverso il cinema di guerra, il peplum, l'affresco storico e il noir) con una disinvoltura e una naturalezza che solo i grandi Autori (la maiuscola è voluta) possono permettersi, raggiungendo una cifra artistica, una potenza espressiva che, ormai, è possibile riconoscere già dalle prime immagini delle sue opere. "American Gangster" è il suo ennesimo ottimo film, un appassionante affresco criminale che ripercorre la vicenda del trafficante di droga Frank Lucas e della lotta ingaggiata dall'incorruttibile poliziotto Richie Roberts per riuscire ad incastrarlo. Il film è tratto da una storia vera e questo limita di molto la spettacolarità della messa in scena che, non potendo attingere a situazioni di fantasia, evita l'abuso di violenze ed efferatezze varie di derivazione pulp che fanno la gioia di molti appassionati, per concentrarsi maggiormente sulla ricostruzione d'epoca (ineccepibile) e sulla psicologia dei personaggi: a Ridley Scott non interessa tanto mettere in scena per l'ennesima volta l'archetipo della lotta tra il bene e il male, quanto l'ambiguità della coesistenza di "bontà" e "malvagità" in ciascuno di noi. Non a caso, il criminale Frank Lucas, spietato assassino e trafficante di droga, è anche un marito e figlio amorevole, interessato alla ricchezza e al potere, ma soprattutto al benessere della propria famiglia, mentre il superpoliziotto Richie Roberts, onesto ed incorruttibile, è anche un padre assente e un marito adultero (particolarmente significativo come questi due caratteri contrapposti s'incontreranno nel finale). Elegante ed ineccepibile la direzione di Scott, gran bel cast (anche se sfruttato poco, con due protagonisti come Denzell Washington e Russell Crowe a "riempire" lo schermo e un comprimario d'eccezione come Josh Brolin a disegnare un convincente poliziotto corrotto. Molto interessante la fotografia di Harris Savides, contrastata e molto sottoesposta, non esattamente gradevole alla vista ma capace di creare un'atmosfera davvero coinvolgente. Voto positivo.
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