Regia di Mike Nichols vedi scheda film
La misconosciuta vicenda del deputato Charlie Wilson, debosciato patriota che conigliette (quelle di “Playboy”) e tentazioni della carne distolgono spesso e volentieri dal bianco rosso e blu della bandiera, ma che un rigurgito di anticomunismo spinge a efficaci manovre politiche. Lo scenario è quello della Guerra fredda e dell’invasione sovietica in Afghanistan. Il nostro uomo, con l’aiuto della miliardaria texana Joanne Herring e dell’improbabile agente Cia Gust Avrakotos, dirotta un mucchio di fondi (pubblici) per finanziare la resistenza dei mujahidin (e dei taliban, ma il film su questo sorvola...) favorendo di fatto la sconfitta dell’Armata rossa. Scritto da Aaron Sorkin (sceneggiatore di West Wing) sulla base dei servizi giornalistici e del libro Il nemico del mio nemico di George Crile, La guerra di Charlie Wilson è diretto da Mike Nichols con un intento ben preciso: dimostrare che la politica Usa, specie se estera, è spesso imponderabile, clandestina, poco razionale e in molti, troppi casi fondata sulla tattica e non sulla strategia. Per fare questo si sceglie un registro narrativo lievemente grottesco, forse perché è difficile prendere sul serio una materia simile. Vi diranno tutti che i tre protagonisti – Tom Hanks, Julia Roberts, Philip Seymour Hoffman – sono bravissimi, anche se paiono macchiette del Saturday Night Live.
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