Regia di Mike Nichols vedi scheda film
Quando gli americani finanziarono a armarono i talebani.
È una pellicola sottilmente cinica e ambigua, da parte di un regista che non è mai stato un ottimista o un tenerone. Il messaggio stesso è sfumato, da interpretare. A me pare il seguente: Wilson compì un'opera buona nell'aiutare (una parte de)gli afgani a combattere contro l'URSS, ma la politica americana, le sue logiche e la sua miopia resero tutto ciò monco e privo di frutti reali, soprattutto rispetto alla mancata ricostruzione del paese. Mike Nichols rappresenta inoltre i palazzi della politica americana con ironia e cinismo. Le procaci e scollate segretarie sono anche un po' prostitute, si parla spesso di religione solo in termini strumentali (per adulare o incantare qualcuno), e si pensa solo a raggiungere lo scopo che ci si è prefissi, non importa come. Per il resto, lusso sfrenato, festini a base di alcol e sesso (lo stesso protagonista ha qualche problema col primo), ricatti reciproci, lotte intestine, e una direzione politica che viene decisa in altre stanze invisibili. Chi, infatti, decise di aiutare gli afgani e perché? Chi acconsentì a scucire tutti quei quattrini per fornire armi, praticamente senza limiti? Non furono certo le pressioni e la diplomazia di Wilson. Figuriamoci, poi, per il suo aver visto per caso in televisione la sofferenza della popolazione afgana.
Inoltre, va rilevato che su tutto il film aleggia un fantasma di cui non si ha il coraggio di fare il nome, ma che pure giocò un ruolo chiave in quegli eventi frettolosi e frastagliati, e cioè Bin Laden.
Quanto al resto, Nichols dirige il film con mano ferma e un buon controllo sul complesso materiale narrativo, dove molti personaggi entrano ed escono continuamente di scena. Il regista padroneggia i movimenti di macchina, che non sono mai semplici o banali, e fa recitare gli attori al loro meglio. Essi sono, devo dire, tutti all'altezza. Il ritmo è incalzante e senza pause.
Tom Hanks iniziava a dare i primi segni di rigidità, ma sono ancora minimali, e direi che l'attore supera l'esame. La Roberts, dal canto suo, è brava e convinta. Però è dimagrita un po' troppo, e con quegli zigomi sporgenti e con quella pettinatura orrenda è al di là di ogni tentazione.
Siamo in presenza di vero cinema, che però lascia dentro un vago senso di insoddisfazione, sia per il non avere il coraggio di mettere il dito sulla piaga dei meccanismi della politica estera americana, che per un vago e soffuso cinismo che che ci fa dubitare della sincerità e delle motivazioni di tutti i personaggi. Nichols, forse, poteva avere un po' più di coraggio, ed essere un po' più chiaro, come lo sono stati altri registi che in passato si sono occupati delle magagne del sistema politico e militare a stelle e strisce (Pollack, Kubrick, Stone).
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